sabato 20 agosto 2011


Sferisterio di Macerata

11 agosto 2011

GALA DANZA ALL’OPERA

SVETLANA ZAKHAROVA, étoile del Teatro Bol’šoj di Mosca,

e i SOLISTI DEL TEATRO BOL’ŠOJ DI MOSCA E DEL TEATRO DELL’OPERA DI KIEV

(prima esclusiva regionale ed evento speciale di Sferisterio Opera Festival in collaborazione con Civitanova Danza)

di Giosetta Guerra

Il grande palcoscenico dello Sferisterio di Macerata si presta alla danza di ogni tipo e non crea ostacoli alla visibilità, specialmente se si lascia nudo e crudo.

La sera dell’11 agosto 2011 l’Arena era gremita da cielo a terra e credo che tutti abbiano goduto del magnifico spettacolo offerto dall’étoile del Teatro Bol’šoj di Mosca SVETLANA ZAKHAROVA e dai Solisti del Teatro Bol’šoj di Mosca e del Teatro dell’opera di Kiev, che si sono esibiti in un puzzle di coreografie, le più intense e più spettacolari del balletto internazionale su musica registrata.

“La danza non consiste soltanto nel fare acrobazie sulle punte. Bisogna saper raccontare una storia, trasmettere emozioni, e solo le grandi ballerine sanno trasformare un arabesque in poesia", affermava Carla Fracci. E SVETLANA ZAKHAROVA ha proprio questo obiettivo.

Ha aperto il Gala proprio la ZAKHAROVA con Carmen Suite, la storia di Carmen coreografata da Alberto Alonso sui più noti brani dell’opera di Georges Bizet e di Rodion Ščedrin. Lei è una gitana determinata e travolgente, che intreccia con Josè ed Escamillo e con la morte stessa (un’impressionante magrissima figurina nera) un dialogo forte, si muove con leggerezza sulle punte ed esegue frequenti spaccate in piedi sulle punte con estrema naturalezza (adage seule en scène e à deux che richiedono grande capacità di equilibrio e di tenuta delle gambe), l’unicità del collo del suo piede accentua l’elasticità dei suoi passi, il suo corpo esile e snodato si piega a figure plastiche, a contorsioni avviluppanti sul corpo del partner, fino ad accartocciarsi su se stesso, tipo pupa di pezza, tra le braccia di Josè nella scena della morte. La coreografia si basa sull’intensità dell’interpretazione che a volte si esprime con movenze lente e gesti larghi e a volte segue ritmi ben scanditi e movimenti stilizzati, ottimizzata da un disegno luci adeguato alle situazioni con prevalenza del colore rosso (amore, passione, sangue) e del viola. Rosso e nero per i costumi di Carmen, colori pastello per gli altri.

Di altissimo livello anche i suoi partners: Andrej Uvarov (étoile del Balletto del teatro Bolshoi di Mosca, morbido e sinuoso nel ruolo di Don Josè), Georgij Smilevski (solista del Balletto del teatro Stanislavskij di Mosca, passionale, snodato, agile nelle pirouettes nel ruolo del torero Escamillo), Jan Vanja (solista del Balletto dell’Opera di Kiev, elegante in quello del Governatore). Brave anche le due ballerine che si esibiscono sulle punte anche al ritmo del battito delle mani. L’allestimento scenico della Fondazione Teatro del Maggio Musicale Fiorentino è costituito di un lungo muro di cinta, costellato di seggiole stilizzate con alti schienali, un drappo rosso con testa di toro sul fondale. Le scene riprese da Roberta Lazzeri erano di Boris Messerer.

Ancora la ZAKHAROVA in rosso per il pas de deux Macbeth insieme ad Andrej Uvarov avvolto da uno svolazzante mantello arancione con coreografia di Vladimir Vasiliev su musica di Kirill Molčalov. Per esprimere la follia e l’inquietudine i due ballerini si lanciano in uno sfrenato pas de deux, creando suggestive figure coi corpi e con un intreccio di gambe che sembrano tentacoli, prodigandosi in pas couru, grands batements e personalissimi port des bras lei e in grands jetés lui.

In Revelation (coreografia di danza contemporanea creata appositamente per lei dalla giapponese Motoko Hiroyama su musica straniante di John William) la Zakharova indossa un leggerissimo abito bianco lungo che aderisce alle contorsioni di un corpo flessuosissimo, al fluido continuo dei movimenti che esprimono dolore, agli scatti improvvisi delle mani e delle braccia che si muovono come ali, delle gambe che si aprono a spaccate superiori a 180° in piedi sulle punte e a grands écarts en arrière e en l’air.

Per il gran finale classico la Zakharova esegue La morte del cigno (coreografia Mikhail Fokin, musica Camille Saint-Saëns) al buio con l’occhio di bue puntato su di lei; in tutù bianco corto, entra di spalle ed esegue una lunga ininterrotta danza senza mai scendere dalle punte per tutto il palcoscenico, piega il busto oltre il possibile e le braccia sembrano nastri fluttuanti nell’aria. Splendida ballerina classica, la Zakharova, oltre ad avere una padronanza tecnica di superba levatura, è una sublime interprete, raffinata e sensibile, che si distingue per le emozioni che sa trasmettere.

Ad intervallare, altre coreografie sia del repertorio classico che di quello moderno hanno messo in luce la padronanza tecnica di straordinari ballerini.

Per Le Corsaire, pas de deux con arabesques, pirouettes, prese varie, intervallato da assoli, (coreografia di Marius Petipa e musica di Adolphe Adam e Cesare Pugni basato sul poema The Corsair di Lord Byron -1814) si sono esibiti due giovani solisti del Balletto del teatro Bolshoi di Mosca, Anastasija Staškevič in un brillante tutù celeste corto e Vjačeslav Lopatin a dorso nudo. Negli assoli il ballerino si è sbizzarrito in una sequenza di passi di straordinario effetto: grand jeté in diagonale, pas de chat en air, passé, menage con piquets en dedans e con grand jeté en l’air e la ballerina ha esibito pirouettes en déhors e fouettés en tournant.

La parentesi contemporanea è stata riempita dall’assolo Feeling Good, danzato e coreografato da Denis Untila (solista dell’Alto Ballet Theater di Essen) su musica di Nina Simone. Il ballerino, che danza a dorso nudo, ha una muscolatura solida e flessibilissima, è un virtuoso, agilissimo nelle sue esibizioni sia a terra che in volo.

Bravissimi i due solisti del balletto dell’Opera di Kiev, Olga Kifjak e il giovanissimo Jan Vanja nel passo a due del repertorio classico, Esmeralda su coreografia di Jules Perrot e musica romantica di Cesare Pugni. Lui in nero (fusó e corpetto di velluto con strass) abilissimo in batements, pirouettes, manèges con grand jeté, lei in tutù nero con sottogonna rosso si prodiga in passi e figure molto belle, come arabesque, sauté, pas de chat, pas de bourrée, entré lancé, echappé.

Infine Les Bourgeois coreografia di Ben Van Cauwenbergh su musica di Jacques Brel, assolo danzato da bravissimo Denis Untila (in pantaloni e camicia) con un mixage di passi classici e virtuosismi e il pas de deux Les Flammes de Paris coreografia di Vasilij Vajnonen su musica allegra di Boris Asafiev interpretata da Anastasija Staškevič, in tutù bianco e corpetto grigio, che sciorina pas ballonés in punta, fouettés, pirouettes con grazia e precisione e Vjačeslav Lopatin che, grazie alla tecnica e ad una muscolatura che gli permette di disegnare figure eccezionali, dimostra di essere un bravo virtuoso dotato di grande equilibrio.

Peccato che alla fine dello spettacolo la grande ballerina si sia negata ai suoi fans, che l’hanno attesa per più di mezz’ora (almeno fino a quando io e alcune persone di una scuola di ballo siamo rimaste lì) e nel frattempo gli altri ballerini se ne sono andati senza che qualcuno di noi li abbia riconosciuti.

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