venerdì 26 febbraio 2010

Lucrezia Borgia - Teatro delle Muse, Ancona

Foto: Mariella Devia, Alex Esposito, Giuseppe Filianoti. Teatro delle Muse, Ancona

ANCONA – TEATRO ALLE MUSE
LUCREZIA BORGIA IN FORMA DI CONCERTO
Un affresco lirico di grande suggestione, dove convivono elementi belcantistici ed elementi proto-verdiani.
(recita del 21 febbraio 2010)
Di Giosetta Guerra

Standing ovation per Mariella Devia, regina del belcanto, e per Alex Esposito, giovane basso messosi in luce anche al Rossini Opera Festival. Assistendo ad un’opera in forma di concerto si ha il privilegio di godere delle voci e, se le voci sono buone, come nel caso di questa Lucrezia Borgia ad Ancona, il privilegio si muta in piacere. Finalmente non dobbiamo spendere fiumi di parole per descrivere la scenografia e non dobbiamo allambiccarci il cervello per decifrare le intenzioni dei registi/scenografi. Spendiamo solo due parole per lodare le luci che cambiavano il colore del fondale e lo stilista dello splendido abito blu chiaro della Devia.

Lucrezia Borgia, donna malvagia che ritrova la sua umanità nell’amore per il figlio, era Mariella Devia, un ruolo consolidato da questa sublime belcantista, prodiga di gorgheggi e virtuosismi nel canto di coloratura, di acuti astrali, filati rinforzati, fiati lunghissimi nel canto melodico e patetico, maestra nel cesello del fraseggio, impreziosito dal fascino delle mezze voci, dal controllo intelligente dei mezzi vocali, dall’intensità dell’interpretazione.

Al suo fianco, nel ruolo del figlio Gennaro (interpretato anche dal tenore marchigiano Mario Tiberini nel 1856 e ’57 nelle Americhe e nel 1861 a Londra) ha cantato il tenore Giuseppe Filianoti, già partner della Devia nello stesso ruolo nel 2001 al Teatro Comunale di Bologna.
Tenore di grazia, lirico e non di coloratura, ha bella pasta vocale dal colore chiaro, buoni appoggi nella zona grave, luminosità e sostegno nelle proiezioni acute, ma scarsa dimestichezza col canto in maschera, per cui nell’atto finale la voce si è più volte spezzata, come era già successo nove anni fa.


Il basso Alex Esposito, come Duca Alfonso, è un cantante di temperamento, ha brillato per la bellezza del timbro vocale, l’imponenza e l’ ampiezza del suono, la possente consistenza nelle note gravi, la padronanza tecnica del canto, la sicurezza d’emissione in tutti i registri, il fraseggio ricco d’intenzioni. Bella la voce del mezzosoprano Marianna Pizzolato, nel ruolo en travesti di Maffio Orsini, (voce estesa, luminosa nella tessitura acuta, appoggi gravi naturali, linea di canto morbida, buona messa di voce).

Vista l’importanza a loro riservata nell’opera, anche i personaggi di contorno sono interpretati da buoni cantanti: Stefano Rinaldi Miliani (Gubetta), che usa con arte una bella voce di basso, Carlo Giacchetta (Oloferno Vitellozzo), un tenore chiaro corretto, Gregory Bonfatti (Rustighello), un bravo tenore leggero acuto, Giacomo Medici (Astolfo), Massimiliano Lucani (Jeppo Liverotto e un usciere), Roberto Gattei (Apostolo Gazzella), Gianni Paci (Ascanio Petrucci e un coppiere).

Bravissimo per le belle voci e per la morbidezza del canto il Coro Lirico Marchigiano “V. Bellini”, preparato da David Crescenzi. L’opera, composta da Donizetti nel 1833) su libretto di Romani ispirato al dramma di Victor Hugo fu un momento atipico nella produzione donizettiano, una commistione di serio e di buffo, che già si avverte nel preludio orchestrale (lugubre l’intervento dei corni, vivace quello dei violini, densità dell’insieme). Tutta l’opera si snoda nell’inquietante alternanza di festa e tragedia, che l’Orchestra Filarmonica Marchigiana, diretta da Marco Guidarini, ha eseguito con proprietà anche se con sonorità a volte un po’ alte. Successo sfrenato e applausi interminabili ed incontenibili.

mercoledì 24 febbraio 2010

Intervista a Eufemia Tufano - mezzosoprano

Foto: ©Eufemia Tufano; Adalgisa - Norma a Lecce©

La mezzosoprano napoletana Eufemia Tufano ha intrapreso gli studi musicali nella sua città, conseguendo il diploma in musica barocca con Antonio Florio al Conservatorio San Pietro a Maiella La sua versatilità musicale è confermata dall’assidua collaborazione con il Festival della Valle d’Itria a Martina Franca, dove ha interpretato, oltre a numerosi concerti, Mosé in Egitto di Paisiello, Werther di Massenet (versione per baritono), Siberia di Giordano, Pietro il grande di Donizetti, Semiramide di Mayerbeer, Achille in Sciro di Sarro, Hérodiade di Massenet, Re Lear di Antonio Cagnoni (1828-1896) in prima esecuzione assoluta. Dal debutto avvenuto nel 2000, anno in cui ha cantato nella Cenerentola a Siena e nel Jongleur de Notre Dame, e nella Carmen al Ravenna Festival; Nabucco (Fenena) per il Luglio Musicale Trapanese e La clemenza di Tito (Annio) nel Circuito Lirico Lombardo; nel Trittico pucciniano che ha inaugurato la stagione 2002 dell’Opera di Roma; la partecipazione successiva alla Cenerentola (San Carlo di Napoli), l’Italiana in Algeri (Opera di Roma) e Giulio Cesare di Handel (Comunale di Bologna) Negli ultimi anni vale la pena ricordare soprattutto la Rodelinda di Handel alla Konzerthaus di Vienna, Bellini - ultime luci di Marco Betta a Lecce, Nabucco (Fenena) a Cagliari, l'inaugurazione della stagione 2007 del San Carlo di Napoli come Meg nel Falstaff diretto da Jeffrey Tate. È ancora Fenena, nello stesso anno, all'Opera Royal de Wallonie di Liegi e, nell'estate 2008, nella ripresa di Nabucco all'Arena di Verona. Eufemia è molto impegnata anche sul versante liederistico e oratoriale, in un repertorio che spazia da Bach, Purcell e Scarlatti a Stravinsky, De Falla e Weill. Di particolare rilievo le sue Liederabende dedicate a Schumann, Wagner, Berg, Mahler e Strauss, la sua esecuzione di musiche di Berlioz, Spohr, Tchaikovsky e Respighi. Ha cantato in più occasioni anche il Requiem di Mozart e lo Stabat Mater di Rossini e Pergolesi. Se segnalano gli importanti debutti nello Stabat Mater di Vivaldi, nella Partenope di Vinci a Oporto, Siviglia; Emilia nell'Otello verdiano a Londra, sotto la direzione di Sir Colin Davis. In questa intervista Eufemia ha acettato amabilmente di conversare sulla sua carriera.

Ramón Jacques

Quando hai deciso di fare del “canto” la tua carriera e come hai iniziato?

Ho deciso per caso ed abbastanza tardi direi….. grazie al suggerimento di un’amica cantante.

Come definiresti oggi la tua voce?

Morbida,brunita,omogenea...questo è quanto dicono della mia voce.

A chi non conoscesse la tua voce, cosa le faresti ascoltare?

Charlotte dal Werther di Massenet e Adalgisa dalla Norma di Bellini….includerei qualcosa di Handel.
Chi sono i tuoi modelli, sia come mezzosoprani che come compositori?

In questo momento citerei Anne Sophie von Otter e Regine Créspin per quanto riguarda il passato…Mahler, Berlioz,Bach, Monteverdi e Handel sono i compositori che riaffiorano dal mio inconscio.

Qual è il ruolo che più si addice alla tua personalità? I tuoi ruoili preferiti?

Charlotte e Adalgisa…forse anche un po’ Cassandra da Les Troyens di Berlioz.

Se dovessi dire un’opera che ti ha profondamente segnata quale citeresti?

Werther.

Qual è il tuo ricordo più importanti sul palcoscenico?

Martina Franca: sono stata chiamata a sostituire, 24 ore prima, una “Charlotte”,è stata una bellissima esperienza.

E la tua carriera futura?

Spero di riuscire a fare ciò che è giusto per la mia voce e ciò che agli altri piacerebbe che io facessi sempre all’insegna della dignità e dell’onestà vocale……GRAZIE!
http://www.eufemiatufano.com/

martedì 16 febbraio 2010

Un Don Giovanni minimalista alla Scala

Fotografie di Marco Brescia, Archivio Fotografico del Teatro alla Scala
Massimo Viazzo

La riproposta del Don Giovanni di Peter Mussbach, creato qui alla Scala quattro stagioni fa e ripreso per l’occasione da Lorenza Cantini, ha mostrato la vitalità di questo allestimento astratto e minimalista. Mussbach decontestualizza la vicenda proiettando i personaggi, abbigliati interamente in bianco e nero, in ambito atemporale con una scena livida dominata da due opprimenti parallelepipedi mobili che inghiottiscono tutto e tutti. L’opera acquista così una sua universalità che ce la rende essenziale e definitiva. Purtroppo il cast non ha pienamente introiettato le dinamiche drammaturgiche concepite dal regista tedesco adagiandosi spesso su movimenti più convenzionali. E’ vero, peraltro, che la prova di Peter Mattei nel ruolo di Don Giovanni - un Don Giovanni carismatico, seducente e protervo - è parsa perfetta sia come recitazione sia dal punto di vista del canto con una voce timbricamente vellutata, suadente e molto ben proiettata. Anche Nicola Ulivieri ha convinto e il suo Leporello non è sembrato il solito servo gigione afflitto da cliché e stereotipi. Juan Francisco Gatell, invece, pur fraseggiando con garbo, ha dato vita ad un Don Ottavio pallido e di peso vocale un po’ evanescente. Ma le dolenti note venivano, soprattutto, dalla parte femminile della compagnia.
Se Carmela Remigio (Donna Anna), un po’ troppo concitata all’inizio dell’opera, è andata via via migliorando nel corso della recita trovando il giusto accento in “Non mi dir” (unico applauso a scena aperta della serata), Emma Bell (Donna Elvira) e Veronica Cangemi (Zerlina) hanno combattuto spesso con un’emissione difficoltosa e disomogenea (Emma Bell ha anche avuto grossi problemi di intonazione durante il Quartetto del primo atto) che ha loro impedito di trovare la linea musicale migliore. Giustamente scontroso il Masetto di Mirco Palazzi e stentoreo (e non sempre intonatissimo) Roman Polisadov nei panni del Commendatore. Louis Langreé, infine, ha diretto con trasparenza, attenzione al dettaglio, anche una certa finezza, ma con un passo teatrale spesso letargico.

lunedì 15 febbraio 2010

Intervista a Luca Canonici

Giosetta Guerra

Il tenore toscano Luca Canonici, noto per la malia della sua voce, si è affermato rapidamente nei teatri di tutto il mondo. Artista poliedrico, si cimenta in un repertorio che spazia da Mozart all'operetta, fino alla musica contemporanea. Ha ricevuto numerosi premi, tra i quali il Premio Lirico Internazionale Tiberini d’oro nel 2005 ed ora, dopo 25 anni di carriera, si tuffa in una nuova straordinaria esperienza professionale: canterà al Festiva di Sanremo. Lo abbiamo intervistato e, come sempre, ha dimostrato disponibilità e gentilezza.

D- Un cantante lirico a Sanremo…
R- Sì, non sono il primo e non sarò nemmeno l’ultimo, negli ultimi tempi pop e lirica si incontrano spesso.

D- Ma è un miracolo. C’è bisogno di far sentire che cosa è la voce e come si canta. Come ti hanno pescato? Chi ha avuto questa magnifica idea?
R- Cercavano un tenore e si sono rivolti al mio agente Virginio Fedeli che mi ha proposto il brano, mi è piaciuta l’idea ed ho accettato.

D- Pensi che la presenza di un tenore e soprattutto del tuo calibro possa attirare anche l’attenzione dei melomani, per lo più restii a manifestazioni come quella del Festival di Sanremo?
R-Credo che ci sarà un incremento di melomani, ma ci sarà anche chi storcerà il naso.

D- Tu come hai reagito alla richiesta di partecipare al Festival?

R- In principio non sapevo che la canzone avrebbe gareggiato a Sanremo, quando l’ho realizzato la mia decisione era stata già presa.

D- È vero che il testo della canzone che canterai è stato scritto da Emanuele Filiberto?

R- Sì, è vero, ma anch’io mi riconosco in quel testo, chi si trova all’estero per lavoro o per altri motivi, forzatamente, sa cosa vuol dire.

D- Come si intitola?

R-“Italia amore mio”.

D- E la musica l’ha composta Pupo?
R- Sì, dopo avere ascoltato la poesia di Emanuele, ha scritto il pezzo.

D- La canterete tutti e tre?
R- Sì, la prima strofa Pupo, la seconda Emanuele ed io il ritornello.

D- Tu le darai un’impostazione lirica?

R- Sì, ha un’impostazione lirica.

D- Secondo me il “trio” è veramente una bella trovata e la voce del tenore sarà un’illuminazione per il Festival, perché fa presa anche sul pubblico che non frequenta l’opera. In quale serata avverrà il vostro debutto?

R- Debutteremo, come tutti i Big, la prima serata.

D- Il fermento che c’è attorno all’organizzazione di questo Festival si avvicina o si discosta da quello che c’è nei teatri per la preparazione di un’opera lirica? Insomma che aria tira?
R- Beh, il mondo Pop è molto diverso, certe decisioni vengono prese all’ultimo momento, in più il Festival ha tempi televisivi e i ritmi sono molto più frenetici.

D- Si fanno molte prove?

R- Abbiamo fatto prove alla Rai con l’orchestra, poi tre prove di circa 40 minuti, infine la generale all’Ariston.

D- Sapendo che tu sei un maestro della tecnica del canto e che hai anche una scuola di canto a Montevarchi, i cantanti di musica leggera ti chiedono qualche consiglio?

R- Per adesso no! Aiuto!!!!

D- A proposito di festivals, so che sei direttore artistico di un importante Festival lirico estivo a Firenze. Ce ne vuoi parlare?

R- Una delle più belle esperienze che io abbia avuto! Creare tutto questo è inebriante, spero di avere tempo per proseguire questo percorso.

D- Allestirete delle opere? Dove?

R- Il nostro Festival offre diverse locations di prestigio, Firenze nel Giardino di Boboli, Siena l’Abbazia di San Galgano, Montevarchi in Piazza Varchi, dove il comun denominatore è la valorizzazione del monumento storico, attraverso uno spettacolo.

D- Il cast sarà di soli giovani o verranno ingaggiati anche artisti famosi?
R- Vengono un po’ tutti! L’anno scorso ha fatto il suo debutto in Aida Dimitra Thedossiou, cito lei, ma ho amici molto conosciuti che mi danno una mano e partecipano al nostro festival.

D- Fate delle audizioni per formare i cast?

R- Sì, certo, in Marzo ne faremo per la prossima stagione. Chi è interessato può visitare il sito
http://www.festivalopera.it/

Quindi, in attesa delle produzioni estive, attendiamo con ansia il debutto di Luca Canonici a Sanremo, che anche noi melomani ascolteremo finalmente con interesse
.

giovedì 11 febbraio 2010

GALATEO con MARIA CASSI - San Lorenzo in Campo, Teatro Tiberini

SAN LORENZO IN CAMPO-TEATRO TIBERINI
GALATEO di e con MARIA CASSI, ovvero l’arte del racconto e del trasformismo.
(5 febbraio 2010)



Di Giosetta Guerra

Non ha bisogno di cambiarsi d’abito come Brachetti per trasformarsi in vari personaggi e non ha bisogno di sceneggiatori per riempire due ore di comicità toscana più densa e serrata di quella di Panariello, perché è lei che scrive i testi, li recita e li arricchisce ogni volta di gags estemporanee, per cui una serata non è mai uguale alla successiva.
Sola in palcoscenico, con pochissimi arredi (due sedie, un tavolino, tre libri, una brocca d’acqua e un bicchiere mezzo pieno che ogni tanto porta alle labbra dicendo di bere grappa), MARIA CASSI, vestita da uomo (scarpe nere, pantaloni neri gessati con bretelle, camicia bianca), esordisce farfugliando e gesticolando, simulando una conversazione nonsense con interlocutori inesistenti, poi commenta le norme di comportamento scritte dal 1500 ad oggi, intervallandole con critiche sul carattere, i vizi e le abitudini dei Fiorentini e con racconti di episodi di vita toscana.
Lo spettacolo, da lei scritto, recitato e improvvisato, s’intitola GALATEO. Da non perdere.
L’attrice legge e commenta a modo suo pagine dal “Galateo” di Monsignor Della Casa del secolo XVI soffermandosi su cose stomachevoli, il baciamano descritto nel “Galateo Moderno” di Lea Schiavi (finito di stampare il 15 luglio 1937, Milano – Sonzogno, 70€), il decalogo della fidanzata da “Nuove usanze per tutti” (Ed. 1939, 15€) di Vanna Piccini e il comportamento della zitella tratto da “Come si vive nella buona società” scritto nel 1895 da Camilla Buffoni Zappa.
E non sono nomi inventati come qualcuno ha scritto, ma autori veri e libri ancora esistenti e in vendita.
Esilaranti e sarcastici sono i commenti e le situazioni create (e l’accento toscano l’aiuta molto), sottolineati da una mimica facciale e del corpo indescrivibili (a volte fanno impressione, come quando si mangia la lingua che non vuole stare al suo posto) e guidati da una tecnica teatrale che buca lo schermo, come si dice abitualmente, anche se la fiorentina Maria Cassi non è un volto televisivo.
È una vera mattatrice della scena, una maestra della clownerie, un’impressionante trasformista (il viso e il corpo non sembrano mai gli stessi), dotata di una verve inesauribile e di una comicità godibile, immediata, intelligente e un po’ osée.
Lo spettacolo fa parte della mini stagione teatrale del Teatro Tiberini di San Lorenzo in Campo, inserito nella Rete Teatrale del Teatro Stabile delle Marche, diretto da Lucia Ferrati, che opera nei dodici teatri della Provincia di Pesaro e Urbino col sostegno della Provincia (assessore alle politiche culturali è il vicepresidente della Provincia Davide Rossi) e dei comuni coinvolti.

mercoledì 10 febbraio 2010

GIOVANI ALL'OPERA - The 2010 Stresa Music Academy


GIOVANI ALL'OPERA - Accademia di Canto
Docente: Natale De Carolis

Soggetti ammessi e svolgimento del corso
Aperta a giovani cantanti che non abbiano superato i 29 anni al 22 agosto 2010, l'Accademia ha per oggetto l'esecuzione dell'opera di Domenico Cimarosa Il matrimonio segreto e sarà tenuto da Natale De Carolis con l'assistenza di Giulio Laguzzi (Maestro Collaboratore del Teatro Regio di Torino), la partecipazione della pianista Antonella Poli (Maestro Collaboratore dell'Accademia Teatro alla Scala di Milano) e dell'Orchestra Giovanile Italiana.
La frequentazione dell'Accademia è destinata a corsisti effettivi e uditori.
Le lezioni si terranno a Stresa (VB) dal 23 agosto al 4 settembre 2010. Al termine dell'Accademia gli allievi prenderanno parte all'esecuzione con orchestra dell'opera in forma semiscenica a Stresa il 4 settembre 2010, all’interno della 49^ edizione dello Stresa Festival. La convocazione degli allievi effettivi è prevista per il giorno 22 agosto 2010.

Le voci saranno selezionate per i seguenti ruoli:

Carolina, soprano
Elisetta, soprano
Fidalma, mezzosoprano o soprano Falcon
Paolino, tenore
Geronimo, basso baritono
Robinson, basso
Modalità di iscrizione
La domanda di ammissione dovrà pervenire alla Segreteria dell’Associazione Settimane Musicali di Stresa, Via Carducci, 38 – 28838 Stresa (VB) – Italia, entro e non oltre il 20 aprile 2010, unitamente ai seguenti dati:

nome e cognome
luogo e data di nascita
nazionalità
due fotografie recenti
domicilio, numeri telefonici, recapiti telematici
curriculum vitae (in lingua italiana o inglese)
lettere di presentazione di importanti musicisti
eventuali video (VHS o DVD, sistema PAL) e audio (CD) comprovanti l'attività dei candidati
I candidati selezionati riceveranno comunicazione per l'audizione di ammissione all'Accademia entro il 15 maggio 2010.

Audizione e selezione
I candidati selezionati saranno invitati a tenere un'audizione – che si terrà in data e luogo da comunicarsi - entro e non oltre il 20 giugno 2010. All'audizione i candidati dovranno portare un'aria tratta dall'opera Il matrimonio segreto di Cimarosa più due altre arie a propria scelta inerenti al periodo storico dell'opera di Cimarosa.

L'organizzazione si farà carico del pianista accompagnatore.
Saranno ammessi due cast completi, uno per l'esecuzione effettiva e l'altro di copertura. I partecipanti all'Accademia dovranno conoscere, dalla prima prova, la propria parte a memoria.

Partecipazione
La frequentazione per i corsisti effettivi è gratuita.
Per gli uditori è previsto il pagamento di euro 250,00 (duecentocinquanta/00).

Borsa di studio
È prevista una borsa di studio per i corsisti effettivi del I cast. La borsa di studio consiste nelle copertura delle spese vitto e alloggio (in camera singola in hotel a Stresa) per tutta la durata dell'Accademia.
Le spese di viaggio sono a carico dei corsisti.
Sono previste agevolazioni per i corsisti effettivi del II cast e per gli uditori.

ENGLISH

GIOVANI ALL'OPERA - Academy of Lyric Singing
Teacher: Natale De Carolis

Admitted candidates and course development
Open to young singers no older than 29 year on 22nd August 2010, the object of the Academy is the realization of the opera Il matrimonio segreto by Domenico Cimarosa. It will be given by Natale De Carolis, with the assistance of Giulio Laguzzi (Music Collaborator of Teatro Regio Torino), with the participation of the pianist Antonella Poli (Music Collaborator of Accademia Teatro alla Scala di Milano) and the Orchestra Giovanile Italiana. Active students and listeners will be admitted. Lessons will take place in Stresa (VB) from 23rd August to 4th September 2010. At the end of the Academy, the active students will perform the semistaged version of the opera with the orchestra on 4th September 2010, in the context of the 49th edition of the Stresa Festival.The active students must arrive in Stresa on 22nd August 2010.
The students will be
selected for the following roles:
Carolina, soprano
Elisetta, soprano
Fidalma, mezzosoprano or soprano Falcon
Paolino, tenor
Geronimo, bass baritone
Robinson, bass

Admission procedureApplication form must be sent to the Segreteria dell’Associazione Settimane Musicali di Stresa, Via Carducci, 38 - 28838 Stresa (VB) – Italy, by and no later than 20th April 2010 including the following data:
first name and last name
place and date of birth
nationality
two recent photographs
home address, phone numbers, e-mail address
curriculum vitae in Italian or English
letters of reference by important musicians
one video (VHS or DVD, Pal system) – if any – and one audio Cd testifying the experience of the candidate
The selected candidates will be notified for the audition within 15th May 2010.
Audition and selectionSelected candidates will be invited to give an audition – date and place to be announced – within 20th June 2010. Candidates shall sing an aria from the opera Il matrimonio segreto by Cimarosa and two arias by their own choice related to the historical period of Cimarosa.
The organisation will arrange the accompanist pianist.
Two complete casts will be admitted, one for the performance and the other for covering.
The active students of the Academy must know their own part by heart since the first rehearsal.
Admission fee
The participation for the active students will be free.
The listener students will pay €250,00 (twohundredfifty/00).
Scholarship
The active students of the cast I will receive a scholarship. The scholarship will cover the expenses for meals and accommodation (in single room in hotel in Stresa) for the whole period of the Academy.Concessionary rates apply to active students of the cast II and to listeners.Travelling expenses must be paid by the students.

martedì 9 febbraio 2010

Il Campanello - Teatro della Fortuna, Fano

Foto: Torreliana 2010 - Campanello - D'Amico, Donzelli, Antoniozzi. Ph. Amati Bacciardi.
FANO-TEATRO DELLA FORTUNA
Bravi artisti per IL CAMPANELLO di Dozzinetti (non è un refuso)
Recita con ballo del 6 febbraio 2010.

Di Giosetta Guerra

Gaetano Donizetti fu a suo tempo soprannominato Dozzinetti, perché si pensava (arbitrariamente) che la gran quantità di opere composte andasse a discapito della qualità. Tale soprannome, assolutamente sbagliato per l’arte compositiva del bergamasco in riferimento alle sue bellissime opere più conosciute, cade a fagiolo per Il Campanello, che, non è una vera opera, ma una farsa napoletana per lo più parlata con qualche pagina di musica frizzante, o presa in prestito da altre opere (il Brindisi di Enrico “Il segreto per essere felici” della prima edizione è tratto da Lucrezia Borgia – rimusicato da Donizetti per la seconda edizione, “Assisa ai pie’ d’un gelso” è la parodia della “Canzone del salice” dell’Otello rossiniano, la cavatina di Serafina “Quel guardo il cavaliere” è quella di Norina con lo stesso titolo da Don Pasquale, forse inserita nell’edizione fanese dal regista perché non è presente nel libretto delle due versioni), o costruita in stile rossiniano. E pensare che Donizetti nel 1836, anno del debutto de Il Campanello al Teatro Nuovo di Napoli, non era neanche un compositore di primo pelo, perché erano già uscite opere come Anna Bolena, L’elisir d’amore, Lucrezia Borgia, Maria Stuarda, Marin Faliero, Lucia di Lammermoor.
Bisogna comunque riconoscere che lo stesso Donizetti compose Il Campanello con la consapevolezza che non si trattava di un’opera, ma di una farsa da regalare all’impresario e ai cantanti del Nuovo che navigavano in cattive acque, tant’è che ne scrisse anche il libretto, prendendo spunto dal vaudeville che lui aveva visto a Parigi “La sonnete de nuit” di Léon Lévy Brunswick, Mathieu-Barthélemy Troin e Victor Lhérie. (Quanta gente per questa quisquiglia!)
Dall'anno successivo, infatti, Donizetti rimaneggiò il tutto e sostituì i dialoghi parlati con recitativi in italiano, trasformandola nella versione conosciuta ai nostri tempi.
La vicenda si svolge a Napoli. L’anziano farmacista Don Annibale Pistacchio sposa la giovane Serafina, innamorata – corrisposta – del giovane cugino Enrico un po’ farfallone. Il neo sposo all’indomani delle nozze deve recarsi a Roma, dove resterà un mese per impegni di lavoro. Enrico, deciso a impedire la consumazione del matrimonio, durante la notte suona di continuo il campanello del farmacista, che a quei tempi doveva restare sempre a disposizione dei pazienti, e si presenta in una girandola di travestimenti per chiedere medicine. La notte scorre in fretta e all’alba Don Annibale parte, sollecitato dal premuroso Enrico, senza neppure essere entrato in camera da letto. Fano aveva già messo in scena questa farsa nel 1852 nel Teatro Comunale Provvisorio (dopo la chiusura della sala torelliana) con il baritono Davide Squarcia, il basso Pietro Mattioli e il soprano Augusta Storti e nell’agosto 1875 nell’attuale Teatro della Fortuna ricostruito da Luigi Poletti con i cantanti della compagnia di operette comiche diretta da Achille Lupi, prima donna Maria Frigerio. Questa nuova produzione ripropone, per la prima volta in tempi moderni, i dialoghi parlati con la parte del primo buffo in dialetto napoletano e quella dell’altro buffo in italiano e in francese. In palcoscenico sono veramente tutti bravi sia nel canto che nella recitazione.
Il baritono Alfonso Antoniozzi, vero animale da palcoscenico, deve sprecare la sua bella voce nel ruolo in prevalenza parlato di Don Annibale e il baritono Roberto De Candia ha gestito con grande padronanza una voce ampia, ricca e robusta anche nel vorticoso sillabato dell’aria di bravura di Enrico, Stefania Donzelli (Serafina) ha esibito una voce scintillante di soprano leggero, il mezzosoprano Elena Bresciani (Madama Rosa) canta poco e Martino D’amico nelle vesti di Spiridone è attore non cantante.
Il regista Mauro Avogadro predilige giustamente una recitazione enfatica e caricaturale che diventa debordante nelle esternazioni dei bollori erotici di Madama Rosa, la madre della sposa invaghita del genero o forse d’accordo con Enrico per non far congiungere i novelli sposi, dilata gli spazi dell’azione dietro un velatino posto sul fondale per lasciar vedere personaggi e movimenti in contemporanea all’azione di palcoscenico, fa sedere il coro del Teatro della Fortuna - Mezio Agostini preparato da Angelo Biancamano ai lati del palcoscenico, che è al centro occupato da un bancone di farmacista. Lo scenografo Salvatore Simone ha puntato sull’essenzialità delle scene, la costumista Serena Magi si è rifatta alla moda degli anni ’50, riconoscibile soprattutto negli abitini estivi delle donne (invece di spendere i soldi, potevano ripescarli dagli armadi delle loro mamme). Il tutto sfumato o esaltato dalle luci di Emiliano Pascucci. Tali scelte, pur avendo mantenuto la freschezza e la leggerezza della farsa, non hanno fatto capire che si trattava di una festa di nozze con invitati. E poi Don Annibale era troppo giovane e aitante…anche a petto e gambe nudi. Proprio incontentabile questa Serafina. Matteo Beltrami ha diretto con impegno l’Orchestra Sinfonica G. Rossini e gli orchestrali, oltre ad assolvere bene il loro compito, si sono anche divertiti, come si è divertito il pubblico. Il fatto è che questa non è la grande opera di carnevale annunciata dal programma, ma uno scherzo di carnevale, seguito da un ricco buffet e dalle alte sonorità della discomusic all’interno dell’elegante classicità del Teatro della Fortuna.



















lunedì 8 febbraio 2010

ACCADEMIA MUSICALE DI STRESA 2010



ACCADEMIA MUSICALE DI STRESA 2010

5ª edizione

GIOVANI ALL’OPERA - Accademia di Canto Lirico

docente: Natale De Carolis

Nel 2010 l’Associazione Settimane Musicali di Stresa organizzerà la quinta edizionedell'Accademia Musicale di Stresa. L’Accademia di canto, dal significativo titolo “GIOVANI ALL’OPERA”, sarà tenuta dal basso-baritono Natale De Carolis. La masterclass è aperta a giovani cantanti che non abbiano superato i 29 anni al 22 agosto2010 e sarà finalizzata all'esecuzione de Il matrimonio segreto di Domenico Cimarosa. Lelezioni si terranno a Stresa dal 23 agosto al 3 settembre 2010.Il corso curerà tutti gli aspetti legati all’esibizione in ambito operistico, dalla vocalità allapresenza scenica, dall’impostazione all’interazione tra cantanti/attori.Il programma formativo dell’Accademia Musicale di Stresa sarà anche quest’anno integratocon le Settimane Musicali di Stresa e del Lago Maggiore: al termine del percorso, infatti, ilcast vocale si esibirà, il 4 settembre 2010 al Palazzo dei Congressi di Stresa, ne Il matrimonio segreto, con l’Orchestra Giovanile Italiana.L’opera, in forma semiscenica, sarà inserita nell'ambito della 49^ edizione dello Stresa Festival. Il bando con il regolamento è disponibile sul sito internet e presso gli uffici del Festival.
Per informazioni e regolamento
Stresa, 2 febbraio 2010
Appartenente all’Associazione Europea dei Festival

_____________________________________________________________________________
Ufficio stampa del Festival: Via Carducci, 38 - 28838

STRESA (VB) - Tel. 0323.31.095 / 30.459 - Fax 0323.33.006e




mercoledì 3 febbraio 2010

Rigoletto - Teatro alla Scala, Milano

Foto: Marco Brescia, Archivio Fotografico del Teatro alla Scala

Leo Nucci, ovvero Rigoletto!

Massimo Viazzo

E’ Leo Nucci il vero trionfatore di questo Rigoletto scaligero. Il sessantaseienne baritono bolognese, che ha fatto di questo ruolo uno dei cavalli di battaglia della sua lunghissima carriera, si è immedesimato ancora una volta nelle ansie, nelle passioni, nelle tenerezze, ma anche nel cinismo e nel desiderio di vendetta del buffone di corte mostrando consumata abilità teatrale e grande spirito di sacrificio. Sì, perché Nucci non si risparmia mai, e anche se il timbro pare un po’ prosciugato, ha ancora molto da insegnare come senso del fraseggio e della “parola scenica”. Il pubblico lo ha festeggiato con un tripudio di applausi dopo un “Cortigiani, vil razza dannata” cantato col cuore in mano. E quel la bemolle che chiude la cabaletta “Sì, vendetta, tremenda vendetta” suonava fermissimo, come una stilettata.

Il resto del cast, in questa che era la ripresa del classico, suggestivo (sontuose le scene di Ezio Frigerio) e ben rodato allestimento di Gilbert Deflo, era formato dalla giovane polacca Aleksandra Kurzak (Gilda), un soprano leggero dalla voce fresca, non sempre in grado di controllare gli acuti però, e ancora un po’ acerbo dal punto di vista interpretativo. Stefano Secco (Duca di Mantova), invece, ha sfoggiato un timbro gradevole, un accento convincente, ma la voce si assottigliava troppo nella regione acuta così che il suo “Ella mi fu rapita” è parso un po’ evanescente.

Adeguati Marco Spotti (Sparafucile) e Mariana Pentcheva (Maddalena) specialisti nei propri ruoli, tonante e nerissimo il Monterone di Ernesto Panariello e generalmente non più che funzionali le parti di fianco.

Infine eccoci a James Conlon. Dico subito che del direttore americano non ha convinto il lavoro di depurazione della partitura: è vero, non si sono sentiti i tanto vituperati zumpappà, ma se a Verdi togli anche carne e sangue… La sua è stata una concertazione poco incisiva (si sono notati anche alcuni sbandamenti ritmici tra buca e palcoscenico) e non molto coinvolgente.