martedì 22 luglio 2014

MI - Teatro alla Scala LE COMTE ORY



Milano, Teatro alla Scala

Le Comte Ory di Rossini

Melodramma giocoso in francese con autoimprestiti da Il Viaggio a Reims.

Alla Scala l’opéra divertissement nella scialba lettura di Laurent Pelly.

(15 luglio 2014) 

A cura di Giosetta Guerra

Siamo piuttosto lontani dalle produzioni pesaresi de Le Comte Ory, quella storica di  Pizzi del 1984 con Rockwell Blake e Alessandro Corbelli e quella più recente di Lluís Pasqual del 2003 con Juan Diego Florez.
Florez doveva esserci anche nell’attuale edizione della Scala, ma dopo la prima ha cancellato tutte le altre recite a causa di una tracheite. A noi è dispiaciuto molto, a lui forse un po’ meno vista la produzione scialba e volgarotta, lontana dal suo stile.
Ci avrebbero incuriosito le sue nudità, ma ci saremmo sentiti a disagio anche noi nel vederlo conciato da santone selvaggio e trasandato nel primo atto e da monaca sbracata nel secondo e in atteggiamenti più sguaiati che erotici.
Laurent Pelly, responsabile di regia, scene e costumi, ha buttato sulla scena un conte seminudo, coperto solo nelle parti intime con brache  
bianche arricciate e gli ha messo in testa una parrucca bianca, tipo rasta, lunga fino alla vita. In mutande, in accappatoio, in posizione yoga su un podio tipo Budda davanti alla fila di gente che gli chiede la grazia, o in abiti monacali per introdursi nelle stanze della contessa, le Comte è il prototipo del nobile frivolo e scanzonato che ha in testa una sola cosa, il sesso, solo che in questa edizione non ha nulla di nobile.
L’ambientazione del primo atto è brutta, è una piccola e scialba palestra, usata anche come teatrino, con bar annesso. Le persone sono vestite in modo squallido, moderni abiti plebei. Nel secondo atto c’è una visione cinematografica degli interni del palazzo della contessa, le scene che scorrono oltre lo spazio scenico mostrano in successione la cucina, la camera e perfino il bagno, a volte si vedono due stanze insieme per le azioni in contemporanea di persone non dialoganti tra di loro. Una bellissima idea. Divertente la scena a tre sul letto della contessa, che, nascosta dalle lenzuola, scivola lentamente a terra, lasciano l’ignaro Conte tra le braccia riluttanti di Isolier.
Regia ripresa da Christian Räth, luci generiche di Jöel Adam.
Nel ruolo protagonista del Comte Ory Colin Lee si destreggia bene sia teatralmente che vocalmente, canta bene, ha una vocalità di bel timbro, solida anche negli slanci acuti (cavatina Que le destin prospère”, che riprende l’aria di Madama CorteseDi vaghi raggi adorno” dal Viaggio a Reims), ma la solidità e la brillantezza del suono non durano fino alla fine, dove alcuni suoni sono un po’ stretti in gola.
Morbidezza, agilità e robustezza degli acuti e sovracuti contraddistinguono il duetto con Isolier  Une dame de haut parage”, dove il mezzosoprano Chiara Amarù (Isolier in pantaloni e giubbetto di pelle) si distingue per pastosità e morbidezza del suono, incisività d’accento, sicurezza d’emissione e facilità di salire alla tessitura acuta.
La Comtesse de Formoutier, introdotta da un dolcissimo intermezzo orchestrale, si presenta con un soprabito bianco. La sua fantastica aria d’ingresso sospirosa e languorosa  En proie à la tristesse” (ripresa dall’aria della Contessa di Folleville del Viaggio a ReimsPartir, o ciel, desio”) è ricca di trilli e sbalzi, scale ascendenti e discendenti, appoggiature, picchiettati, acuti e sovracuti con crescendo orchestrali.
Pretty Yende, un soprano di colore e di coloratura dalla bellissima voce, la interpreta con intensità d’accento, colori densi e sonorità scintillanti, ma deve perfezionare gli acuti iperbolici. Il suo duetto con l’eremita è pervaso dai fumi dell’erotismo.
Il basso Roberto Tagliavini è un Gouverneur apprezzabile in ogni senso, ha voce importante, ampia, duttile e di bel colore, con belle sonorità e buoni gravi, buon sostegno del suono anche nelle grandi arcate, pronuncia chiara e padronanza del palcoscenico, oltre a una bella figura  (cavatina “Veiller sans cesse” con cabaletta “Cette aventure” che riprende quella di Lord Sidney).
Raimbaud ha la bella voce baritonale di Nicola Alaimo, padrone del palcoscenico, che si destreggia bene nel sillabato buffo dell'aria “Dans ce lieu solitaire (copia dell’aria di Don Profondo “Medaglie incomparabili” del Viaggio).
Marina De Liso (Ragonde) ha una buona voce ma i suoni sono un po’ chiusi.
Nelle parti minori: Rosanna Savoia Alice, Massimiliano Difino Gérard, Michele Mauro Mainfroy, Maria Blasi, Marzia Castellini, Massimiliano Difino, Emidio Guidotti, Devis Longo les Coyphées.
Non manca il temporale rossiniano, qui posto all’inizio del secondo atto, che è un vero temporale in orchestra, l’Orchestra del Teatro alla Scala, diretta con mano leggera da Donato Renzetti, si gonfia nel concertato con coro del finale atto primo “Ciel! Ô terreur extrème…Venez, amis”, che riprende il “Destino maledetto” del Viaggio. Il Coro del Teatro alla Scala, molto compatto e sonoro nella sezione maschile e delizioso nelle pagine corali femminili, è diretto da Bruno Casoni.



credit Brescia/Amisano Teatro alla Scala








domenica 13 luglio 2014

Torre del Lago Festival Puccini 2014, comunicato



TORRE DEL LAGO

FESTIVAL PUCCINI

60^ edizione

a cura di Giosetta Guerra
  
La 60.a edizione del Festival dedicato al Maestro Puccini, a 90 anni dalla sua scomparsa, propone quattro nuovi allestimenti.
Madama Butterfly, a 110 anni dalla prima, (25 luglio, 1, 8, 16, 24 agosto) con Micaela Carosi, Amarilli Nizza e Silvana Froli (Cio Cio San), Rame Lahaj (Pinkerton), Giovanni Meoni (Sharpless) e Renata Lamanda (Suzuki).
Sul podio alla guida dell’Orchestra e del Coro del Festival Puccini il gradito ritorno di un grande direttore, Daniel Oren, raffinato interprete dello stile pucciniano, che cederà la sua bacchetta a Francesco Ivan Ciampa per l’ultima recita.
L’anniversario sarà celebrato con un nuovo allestimento curato da Renzo Giacchieri a cui sono affidate scene, costumi e regia e realizzato in coproduzione con ABAO
OLBE Asociación Bilbao de Amigos de la Ópera di Bilbao, dove lo spettacolo andrà in scena nel febbraio 2015. Nell’allestimento di Giacchieri, tolti i veli di un oleografico Giappone, troveremo i segni chiari, evidenti e puntuali del Giappone, così come i segni delle due culture contrapposte ed inconciliabili, dove però la farfalla tradita non volerà verso un fondale dipinto, confondendo il suo sangue con il decoro laccato, ma libererà il suo dolore, ancora vanamente cercando quel “fil di fumo”, volando sulle acque tranquille del lago di Massaciuccoli così caro al Maestro, rendendosi in questo modo immortale.
La Bohème (26 luglio, 2, 10, 15, 22 agosto) sarà diretta da uno dei più grandi registi del Cinema italiano, Ettore Scola, che celebra con la 60.a edizione del Festival Puccini i suoi 50 anni di gloriosa carriera. Scola darà una lettura nuova e diversa del capolavoro pucciniano, coadiuvato dalle scene dell’amico e collaboratore di sempre Luciano Ricceri e dai costumi di Cristina Da Rold. Sul podio Valerio Galli, apprezzato e raffinato interprete dei capolavori pucciniani, nato nella Terra di Puccini e che a Torre del Lago ha visto il suo importante debutto come direttore prima di approdare su palcoscenici internazionali.
Per la Bohème un cast d’eccezione: la favolosa coppia Daniela Dessì nei panni di Mimì e Fabio Armiliato in quelli di Rodolfo, Alessandro Luongo come Marcello, Alida Berti per Musetta e Marco Spotti nel duplice ruolo di Benoit e Alcindoro.
Turandot (9, 14, 17, 23, 29 agosto) in un nuovo allestimento per la 60.a edizione del Festival; regia, scene e costumi sono affidati ad un eclettico artista, cresciuto professionalmente a Torre del Lago, Angelo Bertini, al suo debutto nella regia.
La bacchetta sarà affidata ad un direttore di sicura esperienza, già direttore artistico del Festival Puccini, Marco Balderi.
Nel ruolo della principessa di gelo due straordinarie interpreti, la grande Giovanna Casolla e la bravissima Lise Lindstrom, mentre Calaf sarà interpretato da Walter Fraccaro e Lorenzo De Caro. Nel ruolo di Liù il gradito ritorno di un’artista della Terra di Puccini, Serena Farnocchi.
Il Trittico (3, 7, 21, 30 agosto), tre atti unici Il Tabarro, Suor Angelica e Gianni Schicchi, torna ad essere rappresentato integralmente a Torre del Lago dopo 40 anni e andrà in scena nell’Auditorium del Teatro di Torre del Lago intitolato ad Enrico Caruso.
Alla messa in scena de Il Trittico la Fondazione Festival Pucciniano, da sempre attenta a favorire le carriere di giovani artisti che hanno la possibilità di prepararsi e farsi conoscere nel contesto di un Festival che richiama pubblico da tutto il mondo, ha dedicato speciali attività di formazione e perfezionamento. Un’attenzione verso i giovani che la Fondazione ha voluto sintetizzare nel Progetto Puccini 2.0, scegliendo regista, scenografo e costumista tramite una selezione pubblica. Ad aggiudicarsi il Bando per l’ideazione dell’opera è stata la proposta di un gruppo di donne, guidato dal Monica Bernardi, che ha firmato le scene, con lei Carla Conti Guglia assistente alla scenografia e ai costumi, Selene Farinelli per il progetto di regia del Tabarro, Vittoria Lai e Giorgia Guerra per la regia di Suor Angelica, Elena Marcelli per la regia di Gianni Schicchi e Lorena Marin per i costumi.
Nelle 4 rappresentazioni del Trittico si alterneranno sul palcoscenico, i giovani cantanti dell’Accademia a fianco di grandi artisti quali Amarilli Nizza nei tre ruoli femminili, Alberto Mastromarino nel ruolo di Michele e il grande Rolando Panerai nei panni di Gianni Schicchi. Sul podio a dirigere i tre titoli il maestro Bruno Nicoli.
Il Festival di Torre del Lago ospita anche due interessanti produzioni provenienti dall’estremo Oriente.
Dal Giappone l’opera Junior Butterfly (unica rappresentazione 13 agosto) di Shigeaki Saegusa, compositore e artista di punta del mondo culturale giapponese.
Un’opera con cui Saegusa propone di osservare il secondo conflitto mondiale con lo spirito e gli strumenti del 21° secolo. L’opera, già rappresentata in prima assoluta per tutto il mondo a Torre del Lago nel 2006, torna quest’anno con il libretto tradotto in italiano.
Il libretto è di Masahiko Shimada, scrittore giapponese tra i più stimati della nuova generazione che firma anche la regia. L’opera è il sequel di Madama Butterfly e racconta la storia di suo figlio, Dolore, americano a tutti gli effetti, che viene mandato dal suo
governo in Giappone con un incarico di informazione bellica. A Kobe si innamora di una giovane donna giapponese di nome Naomi. Il Progetto, ambizioso e riuscitissimo, vede in scena artisti italiani e artisti giapponesi e si è realizzato grazie alla forte volontà del Governo giapponese, dell’Istituto di Cultura Giapponese in Italia e del Festival Puccini.   Sul podio a dirigere l’Orchestra del Festival Puccini l’apprezzata bacchetta di Naoto Otomo, mentre troviamo nel ruolo del titolo il giovane tenore Angelo Fiore e in quello di Naomi Shinobu Sato. Completano il cast Mayuko Sakurai (Suzuki), Valentina Boi (la
Suora), Vincenzo Serra, Federico Longhi, Vejo Torcigliani e Pedro Carrillo. Il coro
Giapponese di Roppongi è formato da liberi professionisti ed esponenti del mondo politico giapponese appassionati d’opera.
Gran Gala dell’opera Coreana (28 agosto) al Gran Teatro Giacomo Puccini.
Lo spettacolo nasce dalla collaborazione tra Fondazione Festival Pucciniano e Beseto Opera, organizzazione coreana che ha prodotto nel 2013 Turandot andata in scena con straordinario successo a Seoul nell’ambito di una felice collaborazione tra le due istituzioni. Una serata per l’anniversario dei 130 anni dell’avvio dei rapporti diplomatici tra Italia e Corea del Sud vede protagonisti i migliori solisti dei teatri d’opera della Corea del Sud, l’Orchestra del Festival Puccini, il Coro del Festival Puccini e il Coro dell’Opera
Nazionale coreana. Direttore Marco Balderi.
E per non farci mancare nulla il palcoscenico di Puccini ospiterà il 29 luglio il balletto con la star della danza Roberto Bolle e alcune grandi stelle dell'American Ballet, tra cui i Principal Julie Kent, ballerina simbolo della Compagnia e Daniil Simkin, famoso per i suoi eccezionali salti e considerato uno dei più virtuosi danzatori nell’attuale panorama mondiale, insieme ad altri straordinari artisti provenienti dalle più importanti Compagnie europee. Étoile della Scala di Milano e Principal Dancer dell'ABT di Ny, Bolle si presenta al pubblico di Torre del Lago con un gala rinnovato nel programma che comprende assoli e passi a due tratti dal repertorio dei grandi coreografi moderni e contemporanei.
Infine il 18 agosto sul palco del Gran Teatro all’aperto Giacomo Puccini di Torre del Lago salirà Massimo Ranieri con lo spettacolo Sogno e Son Desto.
 
Fondazione Festival Pucciniano
Gran Teatro all’Aperto Giacomo Puccini
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