sabato 26 settembre 2015

Gala Tiberini comunicato stampa

Comunicato Stampa
Pesaro, 22 ottobre 2015

L’Orchestra Sinfonica “G. Rossini” di Pesaro, 
in collaborazione con
l’Associazione Musicale Mario Tiberini, 
presenta

GALA TIBERINI 

Concerto di Belcanto

PREMIO LIRICO “TIBERINI D’ORO”
XXIV EDIZIONE


Il concerto straordinario Gala Tiberini, organizzato grazie alla collaborazione fra l’Orchestra Sinfonica “G. Rossini” e l’Associazione Musicale Mario Tiberini si svolgerà presso il Teatro Rossini di Pesaro domenica 18 ottobre 2015 alle ore 21:00 e sarà interamente dedicato al Belcanto italiano, dal Barocco fino a Verdi. L’evento rappresenta la serata di anteprima della stagione pesarese “Sinfonica 3.0”, giunta con successo alla quarta edizione.
Mario Tiberini, figura di assoluto riferimento nell’ambiente musicale ottocentesco, come tenore di grazia e virtuoso ha interpretato numerosi ruoli rossiniani, due dei quali tenuti in repertorio per tutta la carriera, Il Barbiere di Siviglia e Matilde di Shabran, quest'ultima riesumata dall'oblio dallo stesso Tiberini nel 1859. Da qui l’idea di rendere omaggio alla sua arte e al legame artistico con il “Cigno di Pesaro” con una serata di Gala presso il Teatro dedicato a Rossini.
Il concerto prevede nella prima parte l’esibizione di Amakheru Duo, il tenore Francesco Santoli ed il pianista Simone Di Crescenzo, e nella seconda parte la consegna del prestigioso premio “Tiberini d’oro” a due fra gli artisti attualmente più rilevanti del panorama lirico mondiale, ovvero il soprano Sumi Jo ed il tenore Vittorio Grigolo, che omaggeranno il pubblico presente in sala con alcuni brani del repertorio belcantistico, accompagnati al pianoforte da Simone Di Crescenzo.
Amakheru Duo, dopo i recenti successi ottenuti al Festival Pergolesi Spontini di Jesi, si esibirà in una cornice prestigiosa quale il Teatro Rossini con un programma che comprende arie da camera del Barocco e del Classicismo di autori quali Giuseppe Sarti, Giovanni Battista Pergolesi, Gaspare Spontini e Domenico Cimarosa e del primo Romanticismo, con composizioni vocali di Gioachino Rossini, Gaetano Donizetti e Giuseppe Verdi. La ricerca nell’ambito del Belcanto ha condotto i due giovani artisti, Francesco Santoli e Simone Di Crescenzo, ad approfondire il repertorio italiano da camera e a dedicarsi con passione alla riscoperta di rarità del patrimonio musicale meno frequentato.
La seconda parte del Gala Tiberini sarà interamente dedicata al Premio “Tiberini d’oro”. Ideato ed organizzato dalla Prof.ssa Giosetta Guerra di San Lorenzo in Campo, e con la presidenza onoraria del grande basso americano Samuel Ramey, il Premio nasce per riportare alla luce una gloria del passato, il tenore laurentino Mario Tiberini, vissuto dal 1826 al 1880,  uno degli emblemi assoluti dell’interprete romantico che, grazie all’antica scuola del Belcanto, ha potuto incarnare oltre una settantina di ruoli e debuttare 17 opere in prima mondiale, passando dal tenore di grazia rossiniano fino al canto di forza verdiano e del pieno Romanticismo. Giunto alla sua XXIV Edizione e, grazie all’impegno della Prof.ssa Guerra, il Premio vanta una gloriosa storia, con un rilevante catalogo di artisti premiati, fra i quali: Samuel Ramey, Chris Merritt, Mariella Devia, Rockwell Blake, Katia Ricciarelli, Giuseppe Taddei, Andrea Bocelli, Daniela Dessì, Juan Diego Florez e molti altri.
In questa edizione straordinaria a Pesaro, saranno premiati Sumi Jo e Vittorio Grigolo, considerati fra i maggiori cantanti lirici contemporanei, che, oltre ad una significativa carriera in ambito teatrale, sono diventati artisti di fama mondiale grazie anche alla loro intensa attività concertistica e alla loro ricca discografia. Contestualmente alla consegna del Premio i due artisti si esibiranno sul palcoscenico del Teatro Rossini in alcune arie e duetti del repertorio belcantistico.

Sumi Jo, da oltre 25 anni sulle scene, è stata la prima cantante coreana ad assurgere a fama internazionale dopo essere stata scelta da Herbert Von Karajan per interpretare il ruolo di Oscar nella registrazione Deutsch Grammophon di Un ballo in maschera al fianco di Placido Domingo. Ha interpretato in seguito i più noti ruoli virtuosistici di 
soprano nei maggiori teatri del mondo diretta dai più grandi direttori e registi della sua generazione. Il suo repertorio ha spaziato negli anni dal soprano di coloratura estremo al Belcanto romantico, ridonando luce e charme anche a pagine rare del repertorio. Di grande rilievo la sua carriera discografica, per un totale di oltre cinquanta registrazioni di cui dieci recitals. Attualmente incide con un contratto di esclusiva per Universal Music.
Nel 2014, Sumi Jo partecipa al film del regista Premio Oscar Paolo Sorrentino “Youth – La giovinezza”, nel quale interpreta il ruolo di se stessa.
Vittorio Grigolo, è stato il più giovane tenore italiano ad inaugurare la stagione concertistica del Teatro alla Scala, avendo in attivo una notevole carriera avviata fin da giovanissimo. Oggi, a soli 38 anni, è uno dei tenori più richiesti nei principali teatri del mondo, dalla Scala di Milano al Metropolitan di New York, dal Covent Garden di Londra allo Staatsoper di Berlino.
















Il suo repertorio include i ruoli più amati del Romanticismo italiano e francese, interpretati sotto la direzione dei più insigni direttori del momento. Nel film televisivo Rigoletto a Mantova in diretta live e prodotto dalla RAI ha ricoperto il ruolo del Duca di Mantova accanto al grande Placido Domingo in quell'occasione nei panni di Rigoletto. Vittorio Grigolo porta la stessa passione ed energia nei suoi concerti dal vivo, che tiene sia nei teatri che in grandi spazi aperti, raccogliendo migliaia di spettatori. Artista Sony Classic, ha all’attivo diverse incisioni discografiche ed album da solista. Nel 2015 ha ricevuto a Sorrento il Premio Caruso.

L’Orchestra Sinfonica G. Rossini, con questo evento, anticipa la sua stagione concertistica che sarà caratterizzata in particolare dalle musiche del “Cigno di Pesaro” nell’anno in cui ricorre il suo 224 compleanno, dal grande repertorio sinfonico con importanti solisti del panorama internazionale e da un nuovo progetto crossover che vedrà impegnata la Rossini Pop Orchestra, ovvero l’OSR con organico allargato alla strumentazione rock e pop che ormai contraddistingue i suoi progetti legati alla modernità.
Info e biglietteria Teatro Rossini: posto unico numerato 20 Euro. I biglietti saranno messi in vendita presso il botteghino del Teatro Rossini, piazzale Lazzarini 1, Pesaro (Tel 0721.387621) La biglietteria sarà aperta dal mercoledì al sabato dalle 17.00 alle 19.30 e nel giorno di spettacolo dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 17.00 fino ad inizio spettacolo.  










Pesaro Teatro Rossini GALA TIBERINI 2015


lunedì 21 settembre 2015

Montecarotto concerto barocco

XV edizione FESTIVAL PERGOLESI SPONTINI

Montecarotto  Teatro Comunale














..............................................Concerto del controtenore Carlo Vistoli,
un funambolo dalla voce di velluto.




Una serata barocca in ricordo del castrato Nicolini 
(16 settembre 2015)
 servizio di Giosetta Guerra 

Uno dei più grandi interpreti dell'opera sei-settecentesca fu il castrato Nicola Grimaldi detto Nicolini (Napoli 1673–Napoli 1732), grande cantante e grande attore, per il quale Pergolesi aveva concepito il ruolo di Marziano della Sallustia, peraltro mai cantato dal Nicolini che morì prima.
A questo virtuoso del passato è stato dedicato un concerto barocco con un virtuoso del presente.
Al Teatro Comunale di Montecarotto, uno dei tanti gioielli di cui le Marche sono piene, si è esibito il controtenore Carlo Vistoli, un funambolo dalla voce di velluto, accompagnato dall'Ensemble Talenti Vulcanici diretto da Stefano Demicheli.




Il cantante segue i canoni della “dottrina degli affetti” e della prassi esecutiva barocca, dà espressività alla frase con accento scandito e parola chiara, tiene con sicurezza il ritmo della tempesta di note ribattute, fa sfoggio di virtù belcantistiche grazie ad un’eccezionale agilità vocale, una magistrale gestione del fiato nelle fioriture, nelle scale cromatiche e nel canto spianato, nel quale, oltre al sostegno dei suoni, emerge anche la morbidezza della linea di canto.



Le notevoli abilità virtuosistiche e la consolidata perizia tecnica del controtenore romagnolo si evidenziano nelle arie di furore, dalla ricca coloratura, fittissimi vocalizzi e canto sbalzatissimo (“T’amai quanto il mio cor già seppe amarti” da Amadigi di Gaula di Händel) , ma la bellezza della voce si assapora totalmente nelle arie di dolore con accompagnamento lento e recitativi morbidi e sensuali (“Torno ai ceppi” e “Se penso a Statira” da Arsace di Domenico Natale Sarri o Sarro), dove le larghe arcate, i lunghi fiati, i suoni rinforzati con la messa di voce, tenuti e dilatati, la levigatezza e la morbidezza del canto (“Cor ingrato” e “Cara sposa” da Rinaldo di Händel) e l'espressività dell'accento (“Per trucidar la perfida” da Sallustia di Pergolesi) danno il giusto risalto ad una voce particolare, dal colore contraltile denso e screziato, seducente e carnoso nella zona centrale, brillante e prepotente negli slanci acuti, con appoggi gravi non di petto tranne un affondo bassissimo nel bis “Venti, turbini” dal Rinaldo di Händel (possibilmente da evitare), aria difficilissima eseguita bene durante il concerto. Comunque anche le arie e gli ariosi lenti hanno al loro interno una sezione fiorita.
Inoltre la voce di Vistoli è ampia ed estesa, il suono è sempre pieno e rotondo (“Si scorgo amante”dall’opera Cambise di Alessandro Scarlatti) e soprattutto aperto, non intubato come fanno alcuni, sia uomini che donne, per scurire il suono, è una vocalità speciale per timbro e spessore che fluisce con naturalezza anche nei cambi di registro.
















L'Ensemble Talenti Vulcanici (tutti sempre in piedi, non so perché) apre e chiude ogni aria ed interloquisce con la voce, anche con strumenti antichi, oltre a dar prova della sua bravura nelle Ouverture di Arsace di Domenico Natale Sarri o Sarro e di Rinaldo di Händel e nella Sinfonia interna dal primo atto dell'Amadigi di Händel.
Stefano Demicheli, ora seduto al cembalo ora in piedi davanti ai musicisti, dirige con passione e precisione del gesto.





FOTO BINCI




domenica 13 settembre 2015

ROF 2015 Messa di gloria

R.O.F. 2015
Pesaro, Adriatic Arena

   MESSA DI GLORIA   
per soli, coro e orchestra di Gioachino Rossini

(15 agosto 2015)

a cura di Giosetta Guerra

A ferragosto chi va al mare, chi va al monte, io sono andata alla messa insieme alla marea di persone che gremiva l'Adriatic Arena di Pesaro per la solenne Messa di Gloria di Rossini.
Questo gioiello di musica sacra, che lascia trasparire reminiscenze di altre opere (Viaggio a Reims e Comte Ory all'inizio, Aureliano in Palmira nel terzetto), rivela l'attenzione di Rossini alla costruzione dei cori e all'eleganza della strumentazione, purtroppo ci è pervenuta composta solo dal Kyrie per coro e due tenori e del Gloria per tutte le voci.

Il Coro del Teatro Comunale di Bologna, preparato e diretto dal Maestro Andrea Faidutti, fa subito bella mostra della sua compattezza sopra le cupe note iniziali del Kyrie tratteggiate dall'Orchestra Filarmonica “Gioachino Rossini”, diretta da Donato RenzettiAl Coro si uniscono i due tenori nel “Christe eleison”, il virtuoso Juan Diego Florez per le tessiture più acute e Dempsey Rivera che gli fa da controvoce con tessitura più bassa.
Florez brilla in tutti i brani solistici con slanci sempre a fuoco, facilità d'emissione in ogni registro, sovracuti luminosi e sensibili scale cromatiche (dal Gloria: “Gratias agimus tibi”, “Qui tollis peccata mundi” ricco di fiorettature, “Qui sedes a dextram Patris”). Correttissima Jessica Pratt nel “Laudamus te” del Gloria fa sfoggio della sua arte belcantistica con suoni puliti, filati sonori e uso della messa di voce. Bello il timbro del mezzosoprano Viktoria Yavaya, che dovrebbe rinvigorire le note gravi. Bellissimo il colore, notevole l'ampiezza vocale del basso Mirco Palazzi nel melodrammatico “Quoniam tu solus sanctus” del Gloria, introdotto dalla voce solistica del clarinetto e sostenuto dall'intreccio sonoro di coro e orchestra. Ogni brano ha un'introduzione strumentale molto bella e il tutto orchestrale è un vero trionfo. Il Gloria, infatti, richiede un'orchestra squillante ed intensa.
Un ambiente più raccolto avrebbe giovato alle voci.
Nella seconda parte si ascoltano due cantate per solisti.
Il pianto d’Armonia sulla morte d’Orfeo”, cantata di Girolamo Ruggia per tenore, coro e orchestra, si apre con una Sinfonia, cui segue un coro maschile (“Quale i campi Rodopei’’), poi entra Armonia col recitativo “Sparse il lacero crine’’ che sfocia nell'aria “Nelle spietate Furie’’, poi altro recitativo “Ma che tu desti già’’ e l’aria con coro “Almo piacer de’ Numi”. Armonia è interpretata da Juan Diego Florez, virtuoso e belcantista d'alto lignaggio, morbido negli attacchi e nella linea di canto ben calibrata, perfetto nei passaggi da un registro all'altro, scintillante nei dialoghi con un caldissimo violoncello che sfuma il suono e lo smorza e con un voluttuoso clarinetto, deciso nelle impennate acute e negli slanci finali in sovracuto.

La morte di Didone”, 

cantata drammatica per soprano e orchestra, è introdotta da una pagina orchestrale di grande intensità che enfatizza la solennità della situazione, seguita da un coro dolente che dà il passo alla disperazione di Didone, interpretata da Jessica Pratt. Il soprano australiano sfoggia la sua arte belcantistica con delicatezza d'emissione, lunghi filati rinforzati, sensibili scale cromatiche, superbe arcate che si espandono in acuto, in dialogo con un bravo corno e altri strumenti solisti e accompagnata da una musica a volte spumeggiante, che, come spesso accade in Rossini, non sempre segue gli stati d'animo.






Foto Amati Bacciardi






sabato 12 settembre 2015

ROF 2015 L'inganno felice

R.O.F. 2015

Pesaro, Teatro Rossini



L'INGANNO FELICE

farsa in un atto di Giuseppe Foppa, 
musica di Gioachino Rossini.

(21 agosto 2015)

Servizio di Giosetta Guerra

La landa pietrosa con ingressi alle miniere e minatori con picconi e carriole al lavoro dà la sensazione d'immensa solitudine ma non di tristezza, è un pezzo di mondo dove più che la parola serve la rassegnazione, è il regno del silenzio ma domina la luce. Luce bianca su un cielo bianco con qualche nuvola screziata, sopra una landa bianco-grigiastra con pozzanghere e antri neri, in lontananza la linea blu del mare, dove scorre lentamente una piccola nave illuminata. A poco a poco la luminosità diminuisce e vien la notte, ma all'apparir dell'alba successiva le tende dei militari montate in corso d'opera vengono smontate e si ritorna alla scena iniziale.
I minatori e perfino la protagonista indossano umili costumi, i militari portano eleganti divise bianche e blu.
Così lo scenografo costumista Richard Hudson e il regista Graham Vick ci avevano presentato L'inganno felice nel 1994 col disegno luci di Matthew Richardson e così il R.O.F. ce lo ripropone in questa edizione 2015.
L'impatto visivo è di grande piacevolezza, è un affresco quasi poetico.
Gradevolissimo anche l'impatto uditivo con la leggerezza degli archi e la freschezza dell'invenzione musicale della frizzante Sinfonia restituita con cura dall'Orchestra Sinfonica Rossini diretta da Denis Vlasenko. L'orchestra sottolinea con precisione le situazioni, come da dettato rossiniano, entra con garbo nella musica patetica che introduce Isabella e sottolinea i suoi gorgheggi con le volatine degli archi, è fluida e fluttuante all'arrivo dei militari e diventa sfiziosa nella cavatina di Bertrando “Qual tenero diletto”, l'orchestra accompagna le voci ma non le sovrasta, sostiene il ritmo nel terzetto Tarabotto-Bertrando-Isabella e diventa complice nel duetto Batone-Tarabotto, la levigatezza del suono orchestrale emerge nel Finale notturno, cui segue un tempo danzante nel canto d'insieme, bravo il corno.
Gli artisti son tutti bravi attori. Sul piano vocale si distinguono le voci scure, ma son quasi tutti perfetti, solo il tenore deve acquisire maggior fluidità d'emissione, ma è ancora giovane e non manca di buona volontà.

La grande voce di basso autentico di Carlo Lepore conferisce importanza a Tarabotto, tratteggiato con dizione chiara e credibilità scenica, inoltre la bellezza del timbro, la maestosità del suono (fantastico nel duetto con Batone), la fluidità della linea di canto e d'emissione in ogni registro, la perizia tecnica nello sciorinare la pioggia di note del sillabato veloce fanno di Lepore uno dei cantanti rossiniani di riferimento.






















Bravissimo anche l'interprete di Batone, il baritono Davide Luciano, dalla voce scura e robusta, rotonda e sonora, duttile e di bel timbro, il canto è morbido, gli appoggi sono pieni, le larghe arcate si espandono agevolmente in zona acuta, il sillabato è disinvolto.



Nel magnifico duetto Batone – Tarabotto “Va taluno mormorando” le due belle voci scure a confronto espandono sonorità consistenti e frenesia nella fitta coloratura.

Nelle vesti di Isabella Mariangela Sicilia esibisce voce melodiosa e squillante, dal bel colore mezzosopranile e dal suono molto gradevole, luminosa in zona acuta, pastosa in zona medio grave, canta molto bene con malinconica morbidezza e delicatezza del suono (aria “Al più dolce e caro oggetto”), sa modulare e produrre bei filati rinforzati, ma anche eseguire i trilli, i gorgheggi, le fioriture della coloratura rossiniana con buona pronuncia.
Scenicamente elegante il Duca Bertrando di Vassilis Kavayas, un tenore dal bel timbro chiaro, in grado di alleggerire i suoni e di salire agevolmente in zona acuta, la voce è duttile, l'emissione attenta, la dizione chiara, necessita di maggior studio per padroneggiare Rossini.
Giulio Mastrototaro, baritono esteso, interpreta a dovere il ruolo dell'infido Ormondo.











martedì 8 settembre 2015

ROF 2015 Renzetti a Rocca Costanza


  R.O.F. 2015

 Pesaro - Rocca Costanza 



Donato Renzetti 

la Filarmonica 

Gioachino Rossini 

in concerto


(21 agosto 2015)


                                  a cura di Stefano Gottin                                   


Già un anno fa, a Rocca Costanza, la Filarmonica Gioachino Rossini – di recente costituzione e giovane nell’organico - si era distinta in una Terza Sinfonia di Beethoven ottimamente eseguita e nel trionfale concerto del contralto Ewa Podles nell’ambito del ROF 2014, in occasione del quale l’orchestra pesarese aveva saputo accompagnare con duttilità ed efficacia la grande artista polacca anche in brani inconsueti e tecnicamente difficili, producendosi poi con maestria anche in alcune ouverture di non frequente ascolto (Medea, La Clemenza di Tito, Euryanthe).
Tanta qualità esecutiva, unita a un sano e giovanile entusiasmo, nonché all’impegno e alla competenza del maestro Michele Antonelli, direttore della compagine e pesarese doc dotato di un’apprezzabile esperienza internazionale, lasciavano prevedere positivi sviluppi; e così è stato.
Il Comune di Pesaro, riconoscendo il valore del progetto, ha infatti concesso a titolo gratuito una sede all’orchestra. Il ROF anche quest’anno ha deciso di avvalersene ne Il Viaggio a Reims e nella trionfale Messa di gloria di Rossini diretta da Donato Renzetti.
Inoltre, dopo la performance di luglio accanto al tenore Juan Diego Florez, la FGR è tornata al Beittedine Art Festival di Beirut il 27 agosto per accompagnare un’altra cantante di fama mondiale, il soprano Anna Netrebko.
Last but not the least, il 29 marzo 2016 l’Orchestra sarà protagonista, sempre insieme a Florez, di un altro concerto niente meno che alla Royal Albert Hall di Londra.
Tuttavia i due eventi maggiormente positivi occorsi nel 2015 hanno una valenza per così dire strutturale, essendo destinati a dispiegare effetti nel medio - e speriamo lungo - periodo: la nomina quale direttore principale di uno dei più grandi direttori d’orchestra a livello internazionale, il maestro Donato Renzetti, musicista di straordinaria esperienza, ferratissimo nel repertorio sia operistico sia sinfonico, a proprio agio in ogni ambito della produzione musicale, dal Settecento ai contemporanei e, tra l’altro, uomo molto equilibrato e di ottime maniere (insomma non è uno che se la tira…), per di più generoso e molto attento alle istanze e alle esigenze dei giovani. Insomma, una scelta migliore non si sarebbe potuta fare.
Sia come sia, la FGR si è poi trovata coinvolta in uno straordinario progetto, affidato proprio a Renzetti: quello della Bottega di Peter Maag, intitolato al grande direttore elvetico e vero laboratorio per formare sul campo giovani musicisti, direttori e cantanti. Trattasi di un progetto triennale che vedrà produrre, a Pesaro, i tre capolavori “targati” Mozart-Da Ponte, ossia Le Nozze di Figaro (agli inizi di settembre al Teatro Rossini), quindi Don Giovanni e Così fan tutte.
Tutto questo per introdurre l’eccezionale concerto sinfonico che il 21 agosto si è tenuto a Rocca Costanza, con un Donato Renzetti in grande spolvero sebbene reduce da una Gazza ladra faticosissima quanto applauditissima e magistralmente diretta.
Nonostante la serata fredda e ventosa, l’Orchestra ha saputo cimentarsi in un programma variegato, interessante e di grande impegno, che andava dal poema sinfonico Finlandia di Jan Sibelius (1865-1957) di cui ricorre quest’anno il 150° della nascita, alla Sinfonia n. 5 in mi minore di P. Il’ic Ciaikovskij (1840-1893). Tali lavori, assai noti, sono stati sagacemente intercalati da Renzetti con brani pressoché sconosciuti quanto stimolanti: An unanswered question di Charles Ives (1874-1950), brano di andamento lento e pervaso da diafane trasparenze (eccellenti gli archi nei pianissimi), e il brillante e classico Concertino per Xilofono e Orchestra del nipponico Toshiro Mayuzumi (1929-1997), dove il solista, ottimo davvero, si è prodotto in una difficile cadenza nel primo movimento e in due bis, applauditissimi, di J. S. Bach.


















I giovani musicisti, guidati da un Renzetti concentratissimo, preciso negli attacchi, partecipe, coinvolto e coinvolgente, si sono superati sia negli interventi solistici, sia per l’equilibrio negli assiemi, sia per il buon amalgama complessivo e nei singoli settori dell’organico. Entusiasmanti sono stati i pieni orchestrali e lo scatto che Renzetti ha saputo infondere all’Orchestra nelle “strette”, ovviamente senza mai perdere un grammo di controllo e senza che un settore mai prevaricasse sull’altro. Insomma una serata strepitosa, nonostante il vento e un concomitante concerto di una musica imprecisata fuori dalla Rocca si ingegnassero a disturbare il nostro concerto (roba da matti!).
Il presidente dell’Ente Concerti, avv. Guidumberto Chiocci, ha premiato Renzetti con un busto in ceramica di Gioachino Rossini, al che il maestro abruzzese (oltre a tirare simpaticamente le orecchie all’Assessore alla Bellezza del Comune di Pesaro, Daniele Vimini, dicendo che, in futuro, un concerto del genere si dovrà necessariamente suonare in un luogo chiuso), ha sollecitato sostegno per la FGR sottolineandone il livello e dicendo che si tratta di una grande realtà non solo per Pesaro ma per l’Italia, al punto che è sua intenzione portare questi ottimi giovani in giro per il mondo. L’Orchestra a questo punto si è prodotta in un entusiasmante bis ripetendo il finale della 5^ Sinfonia di Ciaikovskij con uno straordinario impatto e un’inusitata franchezza, degni di una compagine ai massimi livelli. Bravissimi tutti! E grazie a Donato Renzetti che ci auguriamo diventi sempre più pesarese…






lunedì 7 settembre 2015

ROF 2015 LA GAZZETTA

R.O.F. 2015

Pesaro - Teatro Rossini

La Gazzetta

opera buffa napoletana di Gioachino Rossini (1816)
nella versione completa col quintetto ritrovato


(20 agosto 2015)
a cura di Giosetta Guerra

Le frizzanti volatine degli archi, il dialogo tra gli strumenti con voce scoperta nelle frasi virtuosistiche, la leggerezza spumeggiante del tutto orchestrale nei crescendo, la pienezza del suono caratterizzano la bella Sinfonia, che sarà riusata per La Cenerentola. La trasparenza del sipario lascia vedere delle ombre che si concretizzano aprendo una tendina del sipario che poi si alza e ci fa trovare a PARIS. Giochi di luci e ombre, figure in controluce,
camerieri con divisa a righe bianche e nere, tra gli scatti di fotografi donne in bianco e nero sfilano su una passerella centrale sopraelevata, sulla quale passano tutti i personaggi per entrare in scena. La passerella diventa poi bureau della reception di un HOTEL e in seguito si moltiplica in due, quattro, vari tavoli pronti all'uso.
Dall'alto scendono prima le gazzette che il coro evidenzia con delle pile, poi i poster, l'ambientazione si arricchisce di un bosco ombroso, di nuvolette appese,
attrezzi ginnici per gli allenamenti prima del duello e sempre ombre in controluce dietro il sipario trasparente.
Elegantissime la scenografia di Manuela Gasperoni e la regia di Marco Carniti, suggestive le figure in fermo immagine, ma troppo movimento nei quintetti e troppa azione intorno ai pezzi chiusi con simboli da interpretare creano confusione. Bellissimi e cuciti addosso ai personaggi i costumi di Maria Filippi (coloratissimi e col sottogonna anni '60, ma oggi rilanciati da Dolce e Gabbana, quelli di Lisetta, alcuni abiti scendono dall'alto per la vestizione in diretta). 
Sul piano vocale si è assemblato un cast di vero prestigio, che si amalgama e si diverte nel frizzantissimo quintetto “Già nel capo un giramento”: tutti bravi!
In splendida forma il tenore di grazia Maxim Mironov, nel ruolo amoroso di Alberto con completo grigio e cappello in mano, esordisce con la sua bella voce chiara sopra le note del corno; la sua performance è davvero eccelsa, perché il tenore gestisce con gusto un mezzo vocale gradevole, esteso, con appoggi gravi corposi ma non di petto, delicate mezze voci (“O lusinghiero amor”) e morbidezza della linea di canto per affrontare con leggerezza anche gli acuti limpidi, duttile in tutta la gamma e ben educata alla prassi esecutiva rossiniana, mette maggior foga negli slanci acuti focosi e nelle lunghe arcate acute sostenute. La voce d'angelo, come l'avevo soprannominato al suo esordio in una conferenza su Rossini a Pesaro, ha preso corpo pur mantenendo le sue qualità celestiali.


Nelle vesti colorate e vaporose dell’esuberante e frivola figlia di Don Pomponio Lisetta, che in guepière bianca, turbante, sontuosa vestaglia nera e bianca arriva su una poltrona da dentista, si cala Hasmik Torosyan con vocetta acuta, duttile e brillante; il soprano è in grado di entrare nello scintillio del virtuosismo rossiniano, ma anche di addolcire e filare i suoni, di alternare il canto di bravura con frasi appassionate.

La gentildonna Madama La Rose con soprabito grigio e fiori al bavero e cappellino, si esprime con la voce del mezzosoprano Josè Maria Lo Monaco, voce vibrante, pastosa, estesa, colore brunito, anche se non di grande spessore, buoni appoggi nella zona grave e facilità di slanci in tessitura acuta; la cantante, esperta anche di canto barocco, è corretta nel porgere e possiede una buona tecnica.

Don Pomponio con completo a righe esce da un baule portato in palcoscenico da montacarichi a rotelle insieme ad altri bagagli su una musica scintillante con coro, lo caratterizza il baritono Nicola Alaimo, imponente nella figura e dominante per una voce grandissima, estesa, possente, robusta, fluente nei recitativi parlati in dialetto napoletano, agilissima nei sillabati scoppiettanti anche in duetto con la figlia Lisetta.
Vito Priante (Filippo il locandiere che poi si traveste da quacquero con costume cinese) esibisce un bella voce baritonale, ampia, di spessore e di bel colore, con gravi bellissimi, morbida nel porgere e abile nell'eseguire il canto di coloratura.
Raffaella Lupinacci è una volitiva DoraliceAnselmo, padre di Doralice, ha la buona voce scura del baritono Dario ShikhmiriAndrea Vincenzo Bonsignore è Monsù Traversen.
E c'è sempre un mimo che interloquisce a suo modo con Don Pomponio, è Tommasino, impersonato dall'attore Ernesto Lama.
L’Orchestra del Teatro Comunale di Bologna diretta da Enrique Mazzola e l'ottimo Coro di Bologna scenicamente mosso, preparato da Andrea Faidutti hanno restituito il brio della scrittura rossiniana con un ritmo scoppiettante e trascinante.

Questo chiasso maledetto lo togliamo oppure no?

 Foto Silvano Bacciardi