Rossini Opera Festival 2013
XXXIV Edizione
Pesaro - Teatro Rossini
L'occasione fa il ladro
Un omaggio a Jean Pierre Ponnelle
(Recita del 15 agosto 2013)
Di Giosetta Guerra
Ho avuto il privilegio di veder lavorare Jean Pierre Ponnelle nel 1987 quando preparava l’allestimento de L’occasione fa il ladro all’Auditorium Pedrotti ed è emozionante ricordare quei momenti rivedendo ora il suo lavoro che non risente del tempo che passa.
Le sue scene
dipinte, mobilissime durante il temporale, si combinano perfettamente col
frizzo della musica rossiniana. Montate a vista dai tecnici all’inizio sulla
musica del temporale, vengono cambiate durante lo spettacolo per differenziare
gli interni, smontate alla fine e riposte dentro la valigia. Anche i costumi classici
e un po’ sopra le righe non sono cambiati, era tutto talmente perfetto che non
occorrono ritocchi. Solo la regia, ripresa da Sonja
Frisell, ha aggiunto qualche gag approfittando della presenza di
un animale da palcoscenico come Paolo Bordogna, che ha l’elasticità
e l’agilità di saltare e di aggrapparsi dovunque, quindi non ci sorprende di
vederlo sempre in
movimento e anche semi sospeso tra la buca d’orchestra e il
palcoscenico, o uscire e rientrare nella valigia che egli stesso ha posizionato
sul palco arrivando dalla platea. Dalla valigia comunque passano tutti i
protagonisti, era un’idea di Ponnelle che ci era piaciuta anche allora per la
sua originalità di dare valenza teatrale ad un oggetto, ma anche per
l’attinenza con l’argomento del libretto che si concentra appunto sugli
equivoci causati dallo scambio della valigia.
L’opera, secondo Ponnelle, pur
non essendo un capolavoro di letteratura, è una farsa naïve con un pizzico di
poesia e di fantasia e gli interpreti di questa edizione si sono calati
egregiamente nei loro ruoli. L’effetto comico, infatti, è reso con verve da una compagnia di cantanti/attori
che sono entrati nelle sfaccettature dei differenti caratteri, naturali e
fittizi, e nell’intreccio della burletta.
Enea Scala come Conte Alberto fa il suo ingresso con
un’aria sognante (“Il tuo rigore insano”)
mettendo in luce una voce tenorile chiara e decisa, che ha qualche suono
indietro nell’aria amorosa “Se non m’inganna il core”; la sua è una bella voce rossiniana, robusta, che arriva ovunque e
sostiene anche i suoni più alti che dovrebbero essere affrontati con minor
forza (aria “D’ogni più sacro impegno”
con bellissima introduzione orchestrale), il canto di coloratura e il corpo vocale di Scala ci ricordano un po’ Rockwell Blake (la cui fluidità d’emissione, però,
resta unica insieme al gioco funambolico dei colori).
Martino, il
deus ex machina della situazione e autore
consapevole dello scambio, è Paolo Bordogna che con l’arte
del grande affabulatore dirige i lavori e ne osserva gli sviluppi.
La padronanza
scenica e la versatilità attoriale sono completate da una vocalità piena e
sonora e buoni suoni gravi. Roberto De Candia, bravissimo interprete di Don Parmenione, gestisce con morbidezza una voce ampia e possente, abile nel fitto sillabato ritmico.
Giorgio Misseri, nel piccolo ruolo di Don Eusebio, è un tenore dal suono deciso
che si prende la sua bella soddisfazione alla fine con una squillante puntatura
acuta.
Elena Tsallagova (Berenice) usa bene una voce non grande di soprano acuto dal timbro brillante, è melodiosa
nel canto melanconico (cavatina “Vicino è
il momento”), esibisce suoni rotondi nei centri e bei filati in acuto (“Degna
d’un tanto onore”), canta bene e con sentimento, gorgheggia e trilla con
facilità nei duetti, raggiungendo tutti i registri.
Viktoria Yarovaya (Ernestina) è un mezzosoprano acuto con un bel getto vocale e dizione poco chiara.
Nei
concertati, ma anche nei duetti d’agilità, le voci si fondono in un’osmosi
poliritmica, esaltando il gioco di timbri e registri, che si riflettono in
orchestra.
L’Orchestra Sinfonica “G. Rossini”, frizzante, rocambolesca, ma anche
morbida e delicata nelle arcate leggere dei violini e nella voce calda del
corno, ha obbedito al dettato rossiniano sotto la guida sicura e partecipata
della Direttora Yi-Chen Lin, (venticinquenne cinese dai lunghi capelli neri lucidissimi), che ha
diretto a memoria.
Maestro collaboratore responsabile e al fortepiano Gianni Fabbrini.
Maestro collaboratore responsabile e al fortepiano Gianni Fabbrini.
Foto Amati & Bacciardi
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