venerdì 9 agosto 2013

Martina Franca Il turismo musicale




                                                                                                                            cattedrale di Martina Franca  

IL TURISMO MUSICALE A BENEFICIO DELL'ECONOMIA.

A MARTINA FRANCA  GIOIELLO BAROCCO NEL CUORE DELLA PUGLIA

Di Giosetta Guerra

(3 agosto 2013)                                                                                         

palazzo ducale di Martina Franca
In una città di quasi 50.000 abitanti, tra Bari e Taranto, mal collegata con la costa, con traffico limitato sia ai mezzi privati che ai mezzi pubblici (non esistono taxi) e traffico vietato nell’ampio centro storico, fatto di grandi piazze e viuzze strette che ricordano Venezia, circondate e fiancheggiate da edifici bianchi di forma non sempre lineare ma anche ricurva, in una città baciata dal barocco che si esprime nella splendida Basilica bianca di San Martino e nell'architettura del centro antico caratterizzata da fregi di matrice tardo barocca e rococò, in una città dove non esiste un vero teatro e gli spettacoli si svolgono nei cortili dei palazzi o nei chiostri delle chiese con poco dispendio di mezzi e strutture  
 (i camerini degli artisti nel cortile del Palazzo Ducale sono addirittura strutture di ferro come i ripostigli dei cantieri edili), in una città dove se vuoi mettere i tacchi alti per andare all’opera devi portarti le scarpe nella borsa e calzarle prima di entrare (perché ti puoi muovere solo a piedi anche se alloggi a una certa distanza), da 39 anni esiste un festival di musica barocca e altro, famoso in tutto il mondo, che attira spettatori e giornalisti da ogni parte del globo ed è anche sostenuto dalla presenza assidua di un pubblico locale e dalla partecipazione finanziaria ed organizzativa di istituzioni pubbliche e private, che hanno capito l’importanza del turismo musicale. Quest’anno alla prima di “Giovanna d’Arco” il 28 luglio era presente il Ministro per i Beni Culturali, le Attività Culturali e il Turismo, Massimo Bray. La città è Martina Franca, una città senza zanzare a 431 metri s.l.m., calda ma ventilata, così famosa per il Festival della Valle d’Itria, del quale s’interessa anche la Rai trasmettendo in diretta o in differita le sue opere, che i vigneti, gli oliveti e i trulli passano in secondo piano.

Il Festival della Valle d’Itria propone opere rare e per lo più barocche, (in Francia ne troviamo uno simile a Beaune, città famosa anche per i vini), qualche sforamento nell’800 è giustificato dalla singolarità dell’opera o da qualche anniversario.

Il programma 2013, infatti, non poteva dimenticare il bicentenario della nascita di Giuseppe Verdi, ma, oltre al noto Requiem, si è scelta un’opera giovanile (del 1845), di rara rappresentazione, Giovanna d’Arco appunto (l’anno scorso è stata allestita a Parma con la suggestiva regia di Gabriele Lavia), per la quale si sono ingaggiati due bravi e noti cantanti come il soprano Jessica Pratt (applaudita anche nella nostra zona per le sue performances al ROF e per aver ricevuto il Premio Tiberini d’oro 2012 al Teatro Tiberini di S. Lorenzo in Campo) e il baritono Julian King (che Tangucci ha portato a Jesi l’anno scorso e che ricanterà nella prossima stagione jesina) ed ha onorato anche l’anniversario wagneriano con concerti e convegni.

Si è indugiato ancora nell’800 con un’altra opera rara, Crispino e la comare del 1850 di Luigi e Federico Ricci su libretto di Francesco Maria Piave, mentre dell’area barocca si è rappresentata L’Ambizione delusa del 1740 di Leonardo Leo e sono stati dati numerosi concerti anche per le tipiche voci settecentesche, quelle dei controtenori.

Dal 13 luglio al 1° agosto dunque si sono succeduti opere e concerti vari anche da mezzanotte in poi, con larga affluenza di pubblico, che rimane in città per più giorni e affolla i numerosi locali del centro fino a tarda notte dopo gli spettacoli.

Un modo di fare turismo con la musica che ha tenuto alta l’economia e l’immagine del paese, altrimenti rimasto fuori del giro turistico, un modo che nella nostra regione marchigiana hanno capito a Pesaro e a Macerata, ma che ogni paese dotato di teatro e di persone competenti dovrebbe adottare per migliorare appunto immagine ed economia, che non si sviluppano con le inflazionate sagre e con i soliti concerti e concertini d’interesse locale, (comunque sempre apprezzabili), ma con progetti mirati, atti a stuzzicare la curiosità del turista musicale. E tutti sappiamo come la musica, di qualsiasi genere ma ad alto livello, sposti le persone!

Ci aveva provato Fano tanti anni fa col Festival barocco, vera chicca del territorio purtroppo non capìta e forse mal organizzata e quindi subito estinta, lo fa Urbino col Festival di musica antica, che però è poco pubblicizzato e scorre quasi in sordina, lo fa bene Jesi anche se in autunno il flusso turistico è inferiore. Ed è proprio con questo obiettivo che l’Associazione Musicale Mario Tiberini fa continuamente proposte alle istituzioni per valorizzare il bel Teatro Tiberini e il teatro naturale all’aperto che è la piazzetta del teatro, ma quando la sordità è profonda neanche Ampliphon porta beneficio.  Premio Tiberini d'oro 2007 a Dimitra Theodossiou 

Eppure il Premio Lirico Internazionale Mario Tiberini, che si organizza a San Lorenzo in Campo (PU) da ventun anni, è una valida dimostrazione di come anche un piccolo paese possa essere conosciuto nel mondo grazie ad un evento di qualità, ma ogni anno le difficoltà aumentano soprattutto perché invece di collaborazione s’incontrano ostacoli e contrasti.  


 

teatro Tiberini San Lorenzo in Campo

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