Teatro Comunale di Bologna
INTERNATIONAL OPERA AWARDS 2013
Oscar della Lirica
III Edizione
(Sabato 18
maggio 2013)
Servizio di Giosetta Guerra
Il programma celebrativo del 250° anniversario del Teatro Comunale di Bologna comprendeva anche la serata degli Oscar della Lirica, promossa e organizzata dalla Fondazione Verona per l’Arena e dalla Fondazione Teatro Comunale, per la consegna dei premi a cantanti e personaggi dello spettacolo scelti tra una lista di candidati.
Il premio, nato nel 1995 per volontà di Alfredo Troisi, si prefigge l'obiettivo di "valorizzare e contribuire al rilancio della musica lirica, alla diffusione dell'arte del canto e dell'opera che è innanzitutto disciplina di vita e di cultura, scuola di sacrificio e di impegno, di studio e dedizione costanti".



Sono stati premiati poi il Sovrintendente del Teatro Comunale di Bologna Francesco Ernani per mano di Daniela Traldi presidente di Conflirica, il sindaco di Bologna Virginio Merola (assente sostituito dall’assessore Patrizia Gabellini) per mano di Giorgio di Bisceglie della Fondazione Verona per l’Arena, ed è stata data una medaglia del Presidente Napolitano all’ideatore degli oscar della lirica Alfredo Troisi.
Infine è stato premiato dallo sponsor Jaguar Italia anche Alfonso Signorini, direttore del
settimanale Chi, anche lui melomane e per l’occasione garbato e simpatico conduttore della bella serata evento, che aveva la regia di Giovanna Nocetti.
I cantanti hanno offerto al pubblico un brano del loro repertorio.
Stefano Tanzillo, un tenore ventiquattrenne di belle promesse ma con una tecnica di respirazione e d’emissione da acquisire, ha aperto le esibizioni con la nota aria del Duca di Mantova “Ella mi fu rapita” da Rigoletto di Verdi (voce chiara di bel timbro, fiati corti e tutto quel che comporta un canto non in maschera).
Poi è entrata Chiara Amarù e si è aperto l’universo, perché il mezzosoprano è una rossiniana doc, ha una vocalità importante, estesa, voluminosa, con suoni rotondi fin dalla prima nota e ben impostati in ogni registro e con precisa proiezione del suono, voce densa e robusta negli affondi, duttile e agilissima nella fitta coloratura, nel canto di sbalzo e nei salti d’ottava dai trilli e dagli slanci acuti agli appoggi gravi pieni e consistenti, canta in maschera e fa uso delle mezze voci e della messa di voce. Ha cantato magnificamente l’aria “Nacqui all’affanno” dalla Cenerentola di Rossini che ha concluso coi fuochi d’artificio del rondò finale “Non più mesta”.
In sostituzione dei cantanti assenti è stata chiamata all’ultimo momento Dimitra Theodossiou che abita a Bologna a due passi dal teatro e che aveva vinto l’anno scorso il premio oscar della lirica. La scelta è stata azzeccatissima, perché il soprano greco si è presentata col cavallo di battaglia dei suoi esordi, un brano che soltanto una cantante con una grande voce può affrontare con sicurezza, un genere di canto spinto e lanciato che il soprano aveva via via sostituito con modulazioni più dolci e più intimistiche. Mi è piaciuto molto quindi sentire di nuovo la Theodossiou nella difficilissima aria di Odabella con cabaletta “Santo di patria” da Attila di Verdi, affrontata con voce imponente e spiegata, slanci acuti formidabili e vibranti con salti temerari alle sonorità piene della zona grave, cesello della messa di voce, agilità vertiginose nei virtuosismi della cabaletta, naturalezza d’emissione, incisività d’accento, interpretazione intensa.
Daniela Dessì, premiata da Raina Kabaivanska come artista cantante e regina del canto lirico (ma già la Dessì era stata incoronata regina della lirica nel 2007 dall’Associazione Musicale Mario Tiberini), ci ha donato una splendida interpretazione di “Io son l’umile ancella” da Adriana Lecouvreur di Cilea, con una voce dal colore vellutato e dal suono denso, mezze voci deliziose e messa di voce perfetta, struggenti filati in pianissimo poi rinforzati, una voce che dà i brividi e trasmette le vibrazioni dell’anima.
Annunciato come Guest Star della serata, il
pianista-compositore-direttore Giovanni Allevi è entrato correndo in
palcoscenico col suo look abituale (maglietta nera a maniche corte, jeans neri,
capelli neri ricci arruffati) e la sua nota aria “allunata”, ha scambiato due
parole affannose col presentatore (lo sappiamo come fa), poi ha ben diretto
l’Orchestra del Teatro Comunale di Bologna che ha eseguito la sua composizione
“A perfect day ”, un brano sinfonico
con un tema di base reiterato all’infinito dalle varie sezioni orchestrali con
tempi uguali ma con registri e sonorità diversi. Poi se n’è andato. Niente
esibizione al pianoforte quindi.
Cambiando genere di musica Giovanna Nocetti, in veste di cantante con chitarra in mano si è esibita in un omaggio a Lucio Dalla, cantando Caruso e duettando con la potenza vocale dello strepitoso soprano Francesca Patanè.
Poi tre ballerini del teatro dell’opera di Roma (Alessandra e due maschietti) hanno fatto qualche passo di danza partendo dalla platea su coreografia di Misha Van Hoecke, presentato in palcoscenico.L’Orchestra del Teatro Comunale di Bologna era diretta da Elisabetta Maschio, che indossava un elegante abito lungo di chiffon blu chiaro con maniche a pipistrello stretto in vita da un’alta fascia dorata e nel dirigere assumeva pose e movenze sinuose anche appoggiandosi ogni tanto alla sbarra come una ballerina.
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