Fano, Teatro della Fortuna
CONCERTO DI CAPODANNO
(1 gennaio 2020 ore 17)
L’Orchestra Sinfonica Rossini,
Il M°
Daniele Agiman,
il pianista Pietro Bonfilio
per un concerto di Capodanno
più interessante di quello di Vienna
By
Giosetta Guerra
Periodo
di festa, periodo di musica nei teatri, nelle piazze, in TV, in eurovisione.
L’elegante
Teatro della Fortuna di Fano ha inaugurato il nuovo anno 2020 con un magnifico
concerto dell’Orchestra Sinfonica
Rossini diretta da Daniele Agiman.
La
prima parte si apre con un omaggio a Rossini, la Sinfonia da Bianca e Falliero che mette in luce
la levigatezza del suono orchestrale anche nei crescendo, la gentilezza del
canto dei violini, la possenza delle voci scure della sezione archi.
A
seguire una grande composizione per pianoforte e orchestra di Ludwig van Beethoven, il concerto n. 5 in Mi bemolle maggiore, L’Imperatore, op. 73.
Composto a Vienna tra il 1809e il 1810 e dedicato all'arciduca Rodolfo Giovanni d'Asburgo-Lorena, fu eseguito per la prima volta a Lipsia il 28
novembre 1811.
Il concerto
suddiviso in 3 movimenti, Allegro, Adagio un
poco mosso (in si maggiore), Rondò:
Allegro, dura ben 38 minuti, durante i quali l’immensità di una musica sublime
inonda il teatro della Fortuna attraverso la magistrale interpretazione del
bravo pianista Pietro Bonfilio, con
la complicità di un ottimo gran coda dal suono cristallino e della
preparatissima Orchestra Sinfonica
Rossini, guidata da un ispirato direttore.
Di grande
impatto è l’apertura a carattere virtuosistico dell'allegro, affidata alle note argentine e
splendenti del pianoforte, cui segue una maestosa esposizione dei temi da parte
dell’orchestra con suono denso e arcate decise.
L’orchestra riesce a dare il giusto carattere ai diversi temi del percorso armonico, suonando col cuore e con la testa. Dialoga col pianista, che stupisce per la varietà del tocco, ora morbido e delicato, ora virtuosistico e scintillante, ora deciso ed energico, ora scandito e punteggiato, l’artista sfiora coi polpastrelli i tasti per magnifiche scale ascendenti e discendenti, poi li martella per trilli e picchettati liquidi che danno la sensazione di una musica sull’acqua. Chissà perché mi viene in mente Debussy.
Un’orchestra
a mezza voce trasmette la dolcezza dell'adagio un poco mosso dall’estrema
cantabilità e andamento cullante, il pianoforte accentua il clima intimistico
in un’atmosfera sognante insieme alla voce evocativa del corno e alle lunghe
arcate degli archi, poi il pianoforte si fa incalzante con trilli e
abbellimenti, si fonde con l'orchestra, le sonorità totali si dilatano in ampi
brani in cui domina sua maestà il pianoforte.
Nel
Rondò finale scintillante e gioioso il pianista
snocciola suoni brillanti e perlacei, ma anche accenti delicati, dimostrando
una grande padronanza tecnica dello strumento, una conoscenza minuziosa della
composizione e una partecipazione emotiva profonda, a cui l'orchestra risponde
con imperio.
Un breve bis
di Schumann ha accontentato il pubblico plaudente.
Purtroppo
io ho avuto solo godimento uditivo, perché dalla mia posizione di prima fila in
platea vedevo solo le gambe del pianista e del direttore. J
Il giovane pianista Pietro Bonfili, non ancora trentenne, si è diplomato al Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano, ha
approfondito gli studi con Maestri del calibro di Michele Campanella e Lang Lang, è un
vero virtuoso del pianoforte e si esibisce con successo in Italia e all’estero.
Nella seconda parte del
concerto i classici auguri di Buon Anno per tutti con due brani
di Johann Strauss jr., Frühlingsstimmen op.
410 (Voci di Primavera) e An Der Schönen, Blauen Donau,
Op. 314 (Sul bel Danubio blu) e due bis: la Radetzky March di
Johann Strauss I e, chicca finale, l’Ouverture del Guglielmo
Tell di Rossini.
Capirete…Adrenalina
a mille in palcoscenico e tra il pubblico, che ha risposto con lunghi e
concitati applausi alla magnifica performance dell’orchestra, guidata da un direttore “ballerino” elargitore di
entusiasmo.
Anche nei classici valzer viennesi, solitamente presentati con suoni staccati e smarcettanti, l’Orchestra Sinfonica Rossini, diretta dal M° Daniele Agiman, mantiene un andamento danzante e armonioso con linea morbida e sinuosa, suoni legati ed aerei che sfociano in fastosi finali.
Anche nei classici valzer viennesi, solitamente presentati con suoni staccati e smarcettanti, l’Orchestra Sinfonica Rossini, diretta dal M° Daniele Agiman, mantiene un andamento danzante e armonioso con linea morbida e sinuosa, suoni legati ed aerei che sfociano in fastosi finali.
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