giovedì 7 giugno 2012

Coro Jubilate
Corale Nuova Speranza
Teatro Tiberini San Lorenzo in Campo (PU)

Rassegna corale laurentina - VI edizione

(19 maggio 2012)

Di Giosetta Guerra



 
Coro Polifonico di Arcevia

In apertura di serata è stato richiesto un minuto di silenzio per l’attentato di Brindisi (oggi si dovrebbe chiedere un’ora di silenzio per il disastro del terremoto). Poi il Coro Jubilate di San Lorenzo in Campo, ottimamente preparato e diretto dal M° Olinto Petrucci, col supporto di Andrea Barbadoro alla chitarra, Ettore Molteni al pianoforte e della voce solista Boguslawa Pietruszewska, ha presentato le sue credenziali con brani del repertorio folkloristico di diversi paesi: “La montanara” di T. Ortelli e L. Pigarelli,  “Montagnes Valdotaines” di A. Roland nella elaborazione di E. Casagrande, “Tutte li funtanelle”  (forse in omaggio al nostro Sindaco d’origine abruzzese) nella trascrizione ed elaborazione di E. Vetuschi, “Evenu shalom alejem” e “Hava nagila”, due brani della tradizione ebraica. E che credenziali!!! Le voci risultano ben impostate, il suono è pulito, i fiati tenuti, l’emissione è sempre morbida fin dagli attacchi, l’amalgama sonoro è compatto e la linea di canto si libra su un piano di levità e di sfumature di grande piacevolezza uditiva.
La Corale A.N.S.P.I. “Nuova Speranza” di Monte San Vito (AN), diretta dal M° Carla Cordella,  con Matteo Patrignani al pianoforte, il soprano Nicoletta D’Oria e il tenore Luigi Mengoni come voci soliste, ha presentato brani di musica sacra e spirituals (questi ultimi poco adatti all’esiguo numero – sei uomini e nove donne - e alle peculiarità vocali dei coristi, comunque vocalmente ben impostati). La D’Oria  ha voce pulita di timbro interessante soprattutto in zona acuta, dove la melodiosità si sposa con la sonorità.
Il Coro Polifonico “Città di Arcevia” diretto dal M° Giorgia Pesaresi, al pianoforte Alessia Mortaloni, ha attinto al repertorio di musica leggera del secolo scorso, invero poco adatto ad una formazione corale, e al musical. Poco amalgamato e con una preparazione approssimativa, il coro ha scelto canzoni con testi adatti agli uomini (“Ma le gambe”, “Come facette mammeta”), pur avendo solo quattro uomini e con voci piuttosto modeste.
Ma il coro è fatto anche per ritrovarsi e familiarizzare in nome della musica, se poi la fase amatoriale si solleva verso la professionalità tanto meglio.
Il Coro Jubilate c’è riuscito.

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