mercoledì 25 aprile 2012

Carmina Burana

Fano Teatro della Fortuna

CARMINA BURANA
Cantata scenica di Carl Orff

(20 aprile 2012)


Di Giosetta Guerra
Viene annunciata la  sostituzione di Bruno Praticò indisposto con Roberto De Candia e noi, memori della sua ottima prestazione nella recente Traviata fanese, non ci sentiamo defraudati. Il baritono infatti ha elargito con declamazione stentorea, fraseggio legato, suoni sostenuti, dovizia di sfumature la sua grande voce che spinge agevolmente verso il registro acuto fino al comico falsetto, affonda con pienezza del suono nelle note gravi, piega con naturalezza nel canto morbido e a mezza voce.
Brava per tecnica vocale e per grazia interpretativa anche il soprano Anna Skibinsky, che ha suoni tondi e morbidi nei centri, cristallini e lucenti nella tessitura acuta e sovracuta, un’incredibile tenuta del fiato ed un bel modo di porgere anche con l’uso della messa di voce.
Purtroppo, trovandomi appollaiata in un palco lateralissimo sopra l’orchestra, ho ascoltato le voci da dietro e non ho potuto verificarne la proiezione.
Invece ho sentito benissimo quella del tenore che, essendo dalla parte opposta, ha cantato girato verso il direttore e la voce mi è arrivata forte e chiara; sono rimasta impressionata dalla sicurezza e dalla pulizia del suono in quelle frasi mostruosamente acute, dalla facilità di cantare in voce e non in falsetto quelle note alte fino all’inverosimile, dalla bellezza del timbro vocale del tenore Gian Luca Pasolini, nell’intensa seppur breve parte del pollo, introdotta dal suono sornione del fagotto.
Nei Carmina Burana, comunque, sono le masse orchestrali e corali che hanno il predominio e vedere centosessantotto artisti sul palco del Teatro della Fortuna non è cosa di tutti i giorni (63 orchestrali, 79 coristi, 22 voci bianche, 3 cantanti, 1 direttore).
La mia posizione strategica mi ha permesso di osservare attentamente i musicisti, di cogliere i colori degli strumenti negli interventi solistici, dallo squillo argentino dell’ottavino alla voce flautata (appunto) del flauto, dal suono trionfale delle trombe alla violenza delle percussioni, dall’accompagnamento ritmico del fagotto al nervosismo e alla dolcezza (secondo i momenti) degli archi, la sincronia dei movimenti e la compattezza del suono dell’Orchestra Sinfonica G. Rossini, che risponde al gesto sicuro e consapevole dal M° Roberto Parmeggiani sia nelle pagine di largo respiro sia in quelle caratterizzate da un’insistenza ritmica quasi ossessiva.
Certo il mio orecchio sinistro è uscito alquanto bistrattato, mentre il destro si è riposato.
La varietà delle soluzioni timbriche, gli accenti ora lirici ora grotteschi ora popolareschi ora raffinati e colti  richiederebbero un coro più coeso e più preciso negli attacchi, tuttavia il Coro M. Agostini (con l'aggiunta di elementi del Coro Bellini e diretto dal M° Lorenzo Bizzarri) ha restituito l’immediatezza comunicativa del linguaggio plurilinguistico dei Carmina.
Pur non avendo un’impostazione in maschera, il Coro di voci bianche e giovanili “Associazione in canto”, preparato dal M° Francesco Santini, ha cantato in modo corretto.

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