sabato 11 febbraio 2012



Firenze Teatro Comunale

Il viaggio a Reims di Rossini

(Venerdì 20 gennaio 2012)

Di Giosetta Guerra



Il Viaggio a Reims, rinato da Dio nel 1984, continua a vivere in modo umano e come tale lo dobbiamo valutare.

Nel nuovo allestimento del Teatro Comunale di Firenze la scenografia colorata e festosa di Italo Grassi ci introduce in una moderna beauty farm con piscina, palestra, sauna, lettini per massaggi, tapis roulants della Technogym, l’angolo pranzo e con moduli semoventi e cambi a vista si adegua ai diversi ambienti. Sulla parete della piscina all’inizio c’è una carta politica dell’attuale Unione Europea, poi alla fine sul fondale giganteggia l’insegna LYS D’OR (=Giglio d’oro), nome della stazione termale di Plombières.
Il regista Marco Gandini popola questa beauty farm di massaggia
tori, ginnasti, nuotatori, camerieri, cameriere, infermiere, che servono i vip ospiti della struttura in attesa di andare a Reims per l’incoronazione di Carlo X. Alla fine, vista l’impossibilità di proseguire il viaggio, la festa si svolge all’interno della beauty farm, dove si esibisce una compagnia di ballo formata da saltimbanchi e clown con palloni di varie dimensioni che poi finiscono in piscina e ogni vip canta una lode al re. Tutti prima o poi finiscono in piscina e alla fine, come se non bastasse il bagno che si son fatti, tutti vengono innaffiati con spruzzi di spumante.
I palloni hanno i colori delle bandiere delle nazioni, quelli dell’Italia e della Grecia hanno dimensioni più piccole.
Le luci di Marco Filibeck contribuiscono a vivacizzare le scene, com
e i moderni costumi di Maurizio Millenotti, atti ad accentuare il carattere e la nazionalità dei protagonisti.
La musica di grande pregio per brillantezza, dinam
ismo, raffinatezza di scrittura che inserisce l’ ironia dell’opera buffa in grandi pagine da opera seria, è interpretata discretamente dal direttore Daniele Rustioni alla guida dell’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino, che a volte manca di verve, a volte è troppo sonora, ma è dolcemente struggente sotto il canto di Corinna.
Bravi Susanna Bertuccioli all’arpa nell’ “Improvviso” di Corinna e Guy Eshed nel solo
di flauto della grande aria di Lord Sidney.
La fitta coloratura e la raffinata scrittura vocale di questa cantata scenica, le arie, i duetti e gli insiemi musicali di grandi proporzioni richiedono voci duttili, ricche e smaglianti.

Il cast messo insieme dal Comunale di Firenze ha soddisfatto in parte queste esigenze.
Auxiliadora Toledano (Corinna in pantaloni e mocassini bianchi e giacca bordò da impiegata comunal
e) ha una vocina pulita e armoniosa nella linea melodica, svettante negli acuti, agile nelle ornamentazioni e nei trilli (fa le agilità anche col corpo), canta e modula bene, ma il volume è poco e l’emissione stretta nei suoni medi.
Marianna Pizzolato in tailleur pantalone rosso affronta le coloratur
e acrobatiche della Marchesa Melibea con voce duttile e morbida, acuti sostenuti, gravi deboli.
Una bionda Madama Cortese vestita di verde si sposta con la sedia a rotel
le ma poi cammina; è Eva Mei, soprano pulito, agile, con facilità d’emissione soprattutto nei trilli e negli acuti brillanti che emergono nei pezzi d’insieme, approssimativa nel sillabato che si sente poco. L'avrei vista meglio nel ruolo di Corinna, anche fisicamente.
La capricciosa Contessa di Folleville col cagnolino è Leah Partridge (a
bito chiaro a bolli con fitte balze arricciate, borsa e scarpe rosse), che tiene una melodiosa linea di canto nell’aria iniziale di disperazione a carattere comico, il soprano ha un bel corpo vocale con centri densi, acuti facili e scintillanti, bel colore, buone agilità, duttilità nella coloratura e nel canto di sbalzo, favolosi sovracuti tenuti e sonori, peccato che proprio quello finale non sia venuto bene. Nel momento del malore canta sdraiata sulla barella alzando e mostrando le gambe.
Il Cavalier Belfiore, che in pantaloni bianc
hi, giacca blu e baschetto rosso entra in piscina poi si tuffa in un’altra vasca sotto una pioggia di fiori, ha la voce chiara, pulita, acuta e ben proiettata del tenore cinese Yijie Shi: la tecnica è buona, la dizione precisa, il suono è a volte trattenuto, il fiato corto nel canto fiorito.
Lawrence Brownlee in divisa militare nera e rossa entra con padronanza vocale e scenica nel ruolo del Conte di Libenskof: abile nel canto di coloratura e di sbalzo, ha voce agile e di bel timbro, consistente nella zona media e grave, luminosa negli slanci acuti e incisiva nell’accento.
Mirco Palazzi è vocalmente un pregevole Lord Sidney. Nella grande aria “Ah perché la conobbi” esibisce voce bellissima, ampia, ben
modulata nel canto morbido, corposa negli splendidi suoni gravi, duttile nell’elaborata coloratura tendente al comico. Purtroppo il regista gli fa fare cose inaudite: si aggira nervosamente, poi si toglie i vestiti da esploratore, si immerge nella piscina e nuota, canta la seconda parte “Dall’alma diva” restando a bagno fino al petto, poi esce e si avvolge con un accappatoio. Il suo canto è disturbato dalla confusione creata da coro e orchestra.
Marco Camastra, nel ruolo di Don Profondo in giacca gialla e pantaloni blu, è
un bravo e versatile artista, la voce è estesa, ben proiettata e ben gestita, poco variegato è l’accento delle lingue straniere nella caratteristica aria “Medaglie incomparabili” con bauli in scena, il sillabato tipico del basso buffo non è ben scandito.
Bruno Praticò in abito militare coi bermuda e la benda sull’occhio è padrone del palcoscenico e della tecnica di canto del buffo nel ruolo del Barone di Trombonok.
Canta bene ma è senza gravi Vincenzo Taormina (Don Alvaro).
Gabriele Ribis (Don Prudenzio con cam
ice da dottore e stetoscopio) è un basso comico poco consistente e senza gravi.
Per Don Luigino c’è Enrico Cossutta, tenore in voce; Maddalena, in nero, ha la vocina che non supera l’orchestra di Annunziata Vestri; Antonio è Giovanni Bellavia, basso timbrato con voce ampia e sonora e buoni gravi; il tenore Saverio Bambi è piuttosto insicuro nel ruolo di Gelsomino, Modestina è Silvia Mazzoni e Zefirino è Mario Bolognesi.
Buono il Coro del Maggio Musicale Fiorentino, preparato da Piero Monti, un po’ sotto tono la sezione femminile nella grande aria di Lord Sidney.

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