martedì 9 ottobre 2018

Teatro Rossini- Lopez e Solenghi show



PESARO Teatro Rossini


Stagione di prosa 2018-19

Lopez & Solenghi show



Io sono un istrione ma la genialità è nata insieme a me
Io sono un istrione ma la teatralità scorre dentro di me



(5 ottobre 2018)

Di Giosetta Guerra

Quanto ci siamo divertiti col Trio Marchesini-Lopez-Solenghi!
A teatro erano esilaranti con la loro satira sottile, con la caratterizzante mimica facciale e gestuale, con la creazione di personaggi sopra le righe, con la tipicizzazione di figure uniche che son diventate icone.
In televisione hanno ironizzato sui più noti personaggi della letteratura italiana e straniera. E poi c’erano le imitazioni di ogni genere sia parlate che cantate. Veri portenti.
Ad un certo punto il trio si è sciolto e noi ne abbiamo sentito la mancanza, anche se abbiamo continuato a seguire i tre artisti separatamente.

Dopo 15 anni i due attori si rimettono insieme e riempiono i teatri.

Anna purtroppo non c’è più.




































Lopez-Solenghi show, che dopo Pesaro toccherà le principali città delle Marche, è uno spettacolo senza un plot, apparentemente affidato all’improvvisazione, ma in realtà bizzarramente collegato nei suoi quadri da una parola o da una battuta. Ne sortisce un'esilarante carrellata di personaggi e di situazioni che già conosciamo, ma che si colorano di pungente e ridente ironia nella manipolazione dei due grandi istrioni che hanno nel sangue genialità e teatralità.
I due attori si sono esibiti da soli e in duo in vari personaggi della politica, della musica, dello spettacolo, della religione con la padronanza scenica e la travolgente comunicativa che creano empatia e piacevolezza. Peccato che un volume troppo alto abbia disturbato l’ascolto e fatto perdere qualche battuta, oltre a far rimbombare la musica, almeno dal palco laterale di second’ordine, quello riservato alla stampa, da dove anche il palcoscenico era visibile per metà. Peccato, ma mi è piaciuto lo stesso. (Io proverei senza il microfonino, vista la buona acustica dei teatri di tradizione).

Tullio Solenghi ha proposto in stile comico e in varie lingue, forse inventate, “Essere o non essere” da Amleto di Shakespeare, con la deambulazione e la voce di Pippo Baudo ha cantato "Donna Rosa" ed ha presentato alcuni personaggi di Lopez, poi ha dato lettura del dizionario per la spiegazione personalizzata di alcuni vocaboli ed ha fatto l’annuncio in vari dialetti regionali di un fantomatico comandante di volo. Si è cimentato anche nel canto con la voce di Paolo Conte e di Giorgio Gaber, azzardando perfino la Cavatina di Figaro da Il Barbiere di Siviglia di Rossini con voce baritonale comicamente spinta. 
Un vero mattatore. Vi lascio immaginare la risposta del pubblico molto divertito.

Massimo Lopez, che ha bella voce e buona tecnica, ha cantato varie canzoni di Domenico Modugno e di Frank Sinatra, ha farfugliato una canzone di Patty Pravo (proprio come fa lei) e, a proposito di incomprensibilità della parola ha imitato Maurizio Costanzo e Giurato. Il massimo dell’ilarità si è scatenato quando Lopez spostandosi da destra a sinistra passava ripetutamente da una voce all’altra dei politici italiani, da Berlusconi, Conte, Andreotti a Pertini, Di Pietro, Prodi fino al silenzio totale nell’estrema sinistra dove non c’è più nessuno. Applausi e risate a non finire.



















Insieme hanno parodiato il duo Ornella Vanoni e Gino Paoli, Mughini (Solenghi) intervistato da Costanzo (Lopez), Papa Francesco (Lopez) e Papa Ratzinger (Solenghi), il duetto Frank Sinatra (Lopez) e Dean Martin (Solenghi), hanno fatto una carrellata di imitazioni di animali e suoni e si sono rituffati nelle note frasi di circostanza degli spettacoli del trio, tipo “Non esiste più la mezza stagione”.

Hanno inoltre ricordato Anna Marchesini con la lettura a due voci di una poesia a lei dedicata.

E in finale “My Way” del mitico Frank Sinatra, con la calda voce di Lopez, scenicamente e intenzionalmente disturbato da Solenghi che ballava con la cantante, ma che accendeva la torcia del suo cellulare affinché anche il pubblico lo facesse per creare un’atmosfera di grande poesia.





La Jazz Company, diretta dal maestro Gabriele Comeglio, composta di cinque musicisti (alle tastiere, basso, batteria, tromba, percussioni/canto), ha accompagnato i due artisti e si è esibita in un brano autografo.
La scenografia semplice ed elegante aveva quadrati di luci sul fondale e luci colorate vaganti per il palcoscenico.

Testi di Lopez e Solenghi, produzione IMARTS International Music and Arts.
 

 

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