mercoledì 22 aprile 2015

Fano Teatro della Fortuna, Gala di danza

Fano Teatro della Fortuna

GALA DI DANZA DAL CLASSICO 

AL CONTEMPORANEO


Spettacolo con gli allievi della scuola di ballo dell'Accademia del Teatro alla Scala di Milano

(12 aprile 2015)

di Giosetta Guerra


In una pregevole serata dedicata alla danza gli allievi della scuola di ballo dell'Accademia del Teatro alla Scala hanno presentato al Teatro della Fortuna di Fano estratti di note coreografie con assoli, suite, pas de deux.
Il palcoscenico nudo, senza scenografia o immagini specifiche tranne l'ultimo quadro, ha concentrato la nostra attenzione sui ballerini, ma non ci ha aiutato a capire la collocazione e le scelte delle coreografie e delle musiche. So che in altri teatri questo è stato fatto.





Domenico Di Cristo 





Lo spettacolo si apre con il bell'assolo tecnico di Domenico Di Cristo per Gymnopedie (coreografia ironica e scherzosa di Roland Petit su musica di Erik Satie), cui segue la leggerezza femminile e la solida muscolatura maschile della coppia Maria Chiara Bono in tutù lungo bianco e Danilo Lo Monaco.
Estasiante per grazia, seduzione e plasticità delle movenze l'assolo dell'allieva del settimo Corso Martina Dalla Mora, alta e sinuosa, con costume bianco a pelle aderentissimo, che si esibisce anche in difficili posizioni snodate a terra, nel prezioso cammeo del coreografo Maurice Bejart costruito sull’Adagio dal Concerto per violino in mi maggiore di Johann Sebastian Bach, intitolato Luna, un pezzo di altissimo spessore interpretativo creato nel 1976 per Luciana Savignano. 

Martina Dalla Mora


 
Francesco Mascia

Si prodigano in piroettes, arabesque, jeté en l'air su musica viennese e musica romantica la sedicenne Evelyn Bovo (del 6° anno di corso) e l'allievo fanese Francesco Mascia (entrato in Accademia nel 2008 dopo aver vinto il III Concorso “Civitanova Danza per Domani”), ballando in assolo e in coppia il Passo a due da Infiorata a Genzano (coreografia di August Bournonville su musica di Edvard Helsted e Holger S. Paulli), ricco di passi virtuosistici e complessi in elevazione, per finire con Tarantella da Napoli (coreografia di August Bournonville su musica di Niels W. Gade, Edvard Helsted, Hans C. Lumbye e Holger S. Paulli), scandita dal tamburello in mano alle ballerine di contorno.
Domenico Di Cristo e Evelyn Bovo

Dopo la pausa tutti gli allievi in palcoscenico immerso in un ambiente metropolitano per Who Cares (coreografia di George Balanchine su musica di Geroge Gershwin). Il clima è quello della dinamica vita di Manhattan, ricco di allegria e comunicativa, le cinque ballerine col gonnellino a scacchi laminato sono molto agili negli slanci, i cinque maschi col gilè a righe sono altrettanto sciolti. Si esibiscono in coppia o in assolo rivelando l'accuratezza della preparazione. Grande affiatamento tra Martina Dalla Mora con costume lilla, molto elastica e brillante che percorre il palcoscenico girando su se stessa e sulle punte e Danilo Lo Monaco, bravi e leggeri. Teneri e romantici in coppia Benedetta Montefiore in tutù azzurro e Francesco Leone in una coreografia che eseguono con morbidezza nelle movenze, in assolo lei dimostra maestria nelle piroette e lui nei brisé e nelle cabriole;











Alice Bellini



Alice Bellini in rosa, abile negli slanci e nei sollevamenti en l'air fa coppia con Mario Genovese, Camilla Botticini leggiadra e vezzosa con Antonio Mannino, Carolina Sangalli, che si distingue per eleganza e portamento, con Domenico Di Cristo, Maria Chiara Bono con Gabriele Lucci, Isabella Poli con Thomas Giugovaz
Tutti giovani ben preparati nella tecnica e nell'interpretazione, attenti alla coralità negli assiemi, in linea col rigore della Scuola di Ballo dell’Accademia Teatro alla Scala, che, con i suoi oltre duecento anni di storia, rappresenta una gemma preziosa nel panorama della formazione coreutica italiana. Guidata con straordinaria competenza e capacità dal maestro Frédéric Olivieri, oggi conta più di duecento allievi.




insieme finale

Un consiglio alle compagnie e agli uffici stampa: fornite foto ai giornalisti o lasciateli fotografare. Non ho trovato altro.





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