venerdì 4 marzo 2011


San Lorenzo in Campo (PU)

Teatro Tiberini







Commedia: PASTICCERI, IO E MIO FRATELLO ROBERTO

(venerdì 18 febbraio 2011)

A teatro per imparare a far dolci.

Di Giosetta Guerra

Hanno allestito un attrezzatissimo laboratorio di pasticceria nel piccolo palcoscenico del Teatro Tiberini di S. Lorenzo in Campo, con due piani di lavoro in acciaio inossidabile, due fornelli a gas, uno scaffale con tegami, piatti, posate, una dispensa fornita di uova, farina, burro, zucchero, panna, cioccolata, vaniglia, frutta, pasta sfoglia, pan di Spagna, meringhe, liquori, un frigorifero, uno sbattitore elettrico, una bilancia e un orologio sempre fermo alle quattro della mattina.

Due attori pasticceri (o pasticceri attori ?) in divisa bianca e una bustina in testa hanno cominciato a sbattere le uova, a sciogliere a caldo la cioccolata, a girare la crema nel tegame, a suon di musica, a volte investiti da fasci di luce proiettati dall’alto o dal basso, mirati a creare atmosfere stranianti, a volte lasciati in penombra. Per due ore consecutive, tra un passo di danza e una battuta, tra brevi conversazioni inutili e lunghi silenzi, tra una declamazione poetica e una pausa, hanno impastato dolci, riempito bignè, montato la panna, tagliato la frutta, impregnando il teatro di un dolce profumo di vaniglia e tenendo desta (anche se non costantemente) l’attenzione del pubblico con la sottile vis comica, propria del teatro leggero, basato più sulla mimica che sulla parola, più sugli atteggiamenti che sull’azione.

Alla fine ben otto differenti dolci erano pronti ed esposti sullo scaffale e certamente qualcuno si sarà chiesto se erano veri o finti.

Roberto Abbiati e Leonardo Capuano erano i protagonisti e gli autori di questa pièce, intitolata Pasticceri, io e mio fratello Roberto, fratelli gemelli sulla scena con peculiarità diverse: il primo balbuziente, sognatore e romantico, con un’eloquente mimica facciale e una recitazione alla Walter Chiari del “Vieni avanti cretino”, ma in grado di declamare alla perfezione le frasi d’amore che Cyrano rivolge alla sua Rossana; il secondo pratico, concreto e con la lingua sciolta; purtroppo entrambi amano la stessa donna che compare solo nelle loro fantasie, perché il loro mondo è il laboratorio di pasticceria e le loro uscite sono solo le fantasticherie infarcite di tanta musica ascoltata alla radio, la musica ruggente di Lou Reed, dei Rolling Stones, di Prince, di Alan Sorrenti, di Julio Iglesias, dei Platters.

In fondo sono due déracinés, che ti fanno anche tenerezza, ma che alla fine ti riempiono la bocca di dolcezza, perché tutti i dolci preparati finiscono nello stomaco degli spettatori.

I dolci erano veri ed erano proprio buoni.

Assistente alla regia Elena Tedde (brava), tecnica Alessandro Calabrese e Luca Salata.

2 commenti: