I CONCERTI del ROF 2018
Pesaro, Auditorium Pedrotti
(Martedì 21 agosto alle 16)
Carlo Lepore e
il Nonetto di fiati del
Comunale di Bologna
A cura di Giosetta Guerra
Un originale concerto di qualità.
Madamina, il catalogo è questo delle pagine udite in concerto
del gran basso e il Nonetto di fiati.
Ascoltate e leggete con me.
Di Mozart
due arie e un’ouverture, di Donizetti un’aria e una sinfonia, ma di Rossini
quattro arie e due sinfonie.
Di Mozart
due arie e un’ouverture, di Donizetti un’aria e una sinfonia, ma di Rossini
quattro arie e due sinfonie.
Una festa di
belcanto per persone “d'ogni grado, d'ogni forma, d'ogni età, …voi sapete quel
che fa”.
Diverte,
conquista, affascina, specialmente se presentata con la maestosa voce di basso
di Carlo Lepore e l’originale
accompagnamento di nove strumenti a fiato.
Il Nonetto di fiati, composto da Devis Mariotti (flauto), Paolo Grazia
e Gianluca Pellegrino (oboi), Simone Nicoletta e Adriana Boschi (clarinetti),
Stefano Pignatelli e Sergio Boni (corni), Massimo Ferretti Incerti e
Guido Giannuzzi (fagotti), ha eseguito, secondo gli arrangiamenti
di Stefano Squarzina, l’Ouverture di Die Zauberflöte di Mozart,
le Sinfonie de La scala di seta e La Cenerentola di Rossini,
la Sinfonia del Don Pasquale di Donizetti ed hanno accompagnato
ottimamente le arie cantate.
Coi soli fiati la pagina mozartiana è risultata un po’ scarna,
ma in Rossini la leggerezza del suono, la brillantezza del ritmo,
a fantasmagoria delle agilità hanno restituito la
piacevolezza della tinta rossiniana e in Donizetti hanno reso
le differenti atmosfere delle
arie anticipate nella Sinfonia.
Il
basso Carlo Lepore affronta con
canto morbido e armonioso l’andamento calmo della
solenne
aria di Sarastro “O Isis und
Osiris“
da Il
Flauto magico di Mozart e al termine delle
discese musicali affonda in
poderosi e cavernosi Fa gravi.
solenne
aria di Sarastro “O Isis und
Osiris“
da Il
Flauto magico di Mozart e al termine delle
discese musicali affonda in
poderosi e cavernosi Fa gravi.
Questa
voce, usata sempre in maschera anche quando è sfoderata in tutta la sua
potenza, si tuffa con ironia nel clima erotico giocoso dell’aria del catalogo di Leporello “Madamina, il catalogo è questo” da Don Giovanni, snocciola la vorticosa
coloratura rossiniana dell’aria di Don Profondo “Io! Medaglie incomparabili “ da
Il viaggio a Reims, affronta con estrema facilità il canto sillabato di Don Magnifico nella
cavatina “Miei
rampolli femminini “ da La Cenerentola e il canto fortemente sbalzato dell’aria di Mustafà “Già d’insolito ardore“ da L’Italiana in Algeri.
Specialista dei ruoli di carattere, Lepore è pervaso da un foco insolito nell’aria di Don
Pasquale “Un foco insolito mi sento addosso“ dall’opera omonima di Donizetti, poi canta in
napoletano la cavatina di Don Pomponio “Co sta grazia” da La gazzetta di Rossini,
mimando e dialogando col clarino. Alla fine del concerto viene portata in palcoscenico una
grossa grancassa sulla quale Lepore batte il colpo di cannone della calunnia, cantando con
perfetta scansione delle sillabe ed incisività d’accento “La calunnia è un venticello” da
Il barbiere di Siviglia.
Tutte le
arie sono semi sceneggiate con garbo ed eleganza da questo gran dottor della
sua sorte, che non eccede mai anche quando usa tutta quella valanga di voce dalla
quale ci lasciamo piacevolmente travolgere. I cantabili
hanno la morbidezza del canto sul fiato, le esplosioni hanno la forza di una
voce possente, le espansioni acute e gli affondi possono contare su un mezzo
vocale ampio, esteso e duttile, il canto di coloratura su un’impeccabile
tecnica esecutiva e poi la voce è bella, l’emissione naturale, il suono
rotondo, la simpatia dilagante.
Tutte le
arie sono semi sceneggiate con garbo ed eleganza da questo gran dottor della
sua sorte, che non eccede mai anche quando usa tutta quella valanga di voce dalla
quale ci lasciamo piacevolmente travolgere. I cantabili
hanno la morbidezza del canto sul fiato, le esplosioni hanno la forza di una
voce possente, le espansioni acute e gli affondi possono contare su un mezzo
vocale ampio, esteso e duttile, il canto di coloratura su un’impeccabile
tecnica esecutiva e poi la voce è bella, l’emissione naturale, il suono
rotondo, la simpatia dilagante.
Chi era in prima fila ha sicuramente potuto godere anche delle differenti espressioni di quei grandi occhi azzurrissimi.
foto Amati Bracciardi
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