R.O.F.
2017
Pesaro,
Teatro Rossini
Ildar Abdrazakov
in concerto
19
agosto 2017
Ascolto
entusiasmante
By Giosetta Guerra
Giovane, bravo, carismatico, un oceano di voce e di
simpatia, un vero fenomeno, il basso russo Ildar Abdrazakov, vincitore nel 2000, a soli 24 anni, del concorso
Callas e ospite di prestigio nei principali teatri e festival internazionali, è
stato protagonista d’alto rango di un meraviglioso concerto al Teatro Rossini
di Pesaro, accompagnato dall’Orchestra Filarmonica Gioachino Rossini, diretta dal
M° Iván López-Reynoso.
La magnificenza della voce e della tecnica di canto di Ildar ci riporta
ai fasti vocali ed interpretativi del grande basso Samuel Ramey. Il programma
stesso, con le più note arie dei personaggi verdiani, mozartiani e rossiniani, è
quello consacrato da Ramey e da lui portato in molti teatri del mondo.
L’emozione si ripete.
Le qualità vocali di Ildar Abdrazakov sono infinite e lui riesce ad adattarle al carattere dei diversi personaggi interpretati.
Le qualità vocali di Ildar Abdrazakov sono infinite e lui riesce ad adattarle al carattere dei diversi personaggi interpretati.
Per
l’aria di Attilla “Mentre gonfiarsi l’anima”
(da Attila
di Verdi) usa con morbidezza una voce enorme, che si piega a bellissime mezze
voci, sostiene il suono e si estende sicura in zona acuta.
Inizia
a mezza voce, col pianto del violoncello e il lamento dei violini, l’intima
disperazione di Filippo II espressa nell’aria “Ella giammai m’amò” (da Don Carlo di Verdi), cantata
benissimo; con l’emissione in maschera, sempre sul fiato, il
basso gestisce con maestria una voce vastissima e dal volume grandissimo, che
arriva all’anima per la morbidezza del canto sfumato e l’impressionante sonorità
delle mezze voci.
Fantastico
nella scena e cavatina di Silva “Che vegg’io…Infelice!...e
tuo credevi” (da Ernani di Verdi), eseguita con
piglio eroico e incisività d’accento, sonorità piene, fluidità e naturalezza
d’emissione, padronanza e morbidezza del canto. La cavatina è introdotta da una
musica smarcettante, quasi da banda.
Nei
personaggi mozartiani alle superdoti vocali si aggiungono spavalderia e simpatia,
per cui l’aria di Leporello “Madamina! Il
catalogo è questo!” viene accolta da un’esplosione del pubblico per un
Leporello da manuale e la Canzonetta di Don Giovanni “Deh vieni alla finestra”, accompagnata dal mandolino, è abilmente cantata
con suadente mezza voce e a voce piena nel finale. Entrambe da Don
Giovanni di Mozart.
In
Rossini esce la versatilità del nostro basso, che passa dalla drammaticità di
Assur al sarcasmo caricaturale di Don Basilio.
Nella
scena e Aria di Assur “Il dì già cade…Deh…ti
ferma…ti placa…perdona” da Semiramide, coi toni cupi in orchestra
e con spazi per il flauto e per il clarino, Abdrazakov entra
in scena disperato. Con voce magnifica usata in modo divino, gravi scuri ampi e
sonori, espansioni acute vastissime, fa trasparire la sofferenza di Assur, la
duttilità vocale gli permette di affrontare brillantemente la coloratura della
cabaletta.
La
cavernosità del mezzo vocale, la precisione dei suoni scanditi a mezza voce,
alcuni comicizzati, le ampie arcate sostenute, l’incisività d’accento sono i
giusti ingredienti per una “Calunnia”
d’effetto, suggerita da Don Basilio ne Il barbiere di Siviglia.
E
come Mefistofele? (“Le veau d’or” da Faust
di Gounod). È un oceano di voce da cui ti fai travolgere con grande piacere.
L’Orchestra Filarmonica Gioachino
Rossini, scenicamente originale con le donne vestite di rosso, verde, azzurro, beige
e bianco, nelle pagine per sola orchestra presenta una sezione archi leggera nel
Preludio di Attila, dove un po’
pesante risulta il tutto orchestrale, che invece si fa delicato nel breve Preludio di Ernani; ben dosate le dinamiche sonore nella Sinfonia di Così fan tutte di Mozart; nella Sinfonia di Semiramide la
flessibilità della sezione archi è sostenuta dal suono pieno delle voci scure e
dalla voce morbida dei corni. Scintilla il flauto che apre un crescendo con la
corsa dei violini e l’incalzare di tutta la compagine orchestrale. Trascinante
nel gioco tra piani e forti. Molto partecipe il direttore Iván López-Reynoso.
Programma
Giuseppe Verdi
Giuseppe Verdi
Attila Preludio
Aria di
Attila “Mentre gonfiarsi l’anima”
Don Carlo
Aria di Filippo “Ella giammai m’amò”
Ernani Preludio
Scena e
cavatina di Silva “Che vegg’io! … Infelice! … e tuo credevi”
Wolfgang Amadeus Mozart
Wolfgang Amadeus Mozart
Così fan
tutte, Sinfonia
Don Giovanni Aria di Leporello “Madamina! Il catalogo è
questo!”
Canzonetta
di Don Giovanni “Deh vieni alla finestra”
Gioachino Rossini
Gioachino Rossini
Semiramide Sinfonia
Scena e
Aria di Assur “Il dì già cade … Deh… ti ferma… ti placa… perdona”
Bis
Rossini Il barbiere di
Siviglia “La calunnia è un venticello”
Gounod Faust Aria di Mefistofele “Le veau d’or”
foto di Leone Facoetti
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