Pesaro Teatro Rossini
Torvaldo e Dorliska
(12 agosto 2017, prima)
La serata delle voci
Con due titani come
Nicola Alaimo e Carlo Lepore
si torna al gusto dell’ascolto.
A cura di Giosetta Guerra
Per Torvaldo e Dorliska, dramma semiserio di Cesare Sterbini, musicato da Gioachino Rossini, si torna nel luogo d’elezione del R.O.F., il teatro Rossini, che il regista Mario Martone trasforma idealmente nel castello del Duca d’Ordow, come già fece nel 2006. L’allestimento è infatti quello di undici anni fa con le scene di Sergio Tramonti, i costumi di Ursula Patzak e le luci di Cesare Accetta. Un allestimento originale, in quanto tutto il teatro, spettatori compresi, è idealmente l’interno del palazzo, mentre in palcoscenico c’è il grande cancello di ferro d’accesso che divide il palazzo da un folto bosco scosceso, spesso in penombra.
Gli ingressi e le uscite avvengono ai lati del palcoscenico, dai due palchi laterali di primo ordine tramite scale di ferro calate e ritirate, dalla platea (troppe uscite dalla platea) e ovviamente dalla cancellata. Molto originale la gabbia di ferro che esce temporaneamente dalla passerella per mostrare Torvaldo prigioniero.
Mi ha fatto piacere rivedere l’allestimento che aveva avuto già il suo bel successo al suo esordio. Ma soprattutto mi sono finalmente gustata il Rossini vocale che amo particolarmente per la sua genialità e per la sua difficoltà, grazie a due consolidati specialisti.
Il baritono Nicola Alaimo, imponente e dominante nelle vesti del Duca d’Ordow, esibisce una vocalità ampia, robusta e di bel colore, una precisa tecnica d’emissione e di dosaggio del fiato sia nella forza del canto scandito e cadenzato, sia nella dolcezza del canto morbido; grandi applausi per l’aria del duca “Cedi…Indietro. Ah qual voce” e per il duetto molto mosso Duca – Giorgio “Ah non posso! …invan lo spero!” nel quale si fronteggiano i due titani: Alaimo e Lepore.
Il basso Carlo Lepore ha voce poderosa e bellissima, canta in maschera e copre con rotondità e pienezza del suono tutta la gamma, dai gravi corposi agli alti strepitosi, interpreta con padronanza scenica e gestuale e sapiente mimica facciale il ruolo del servitore Giorgio, pur avendo un braccio ingessato (che io erroneamente credevo facesse parte del personaggio), bravissimo nel sillabato fitto scandito in ogni parola, è una vera icona dei ruoli di carattere, ai quali dona una dignità particolare per non farli cadere nel burlesco.
Accanto ai due noti artisti fa la sua bella figura il soprano Salome Jicia che affronta il recitativo e cavatina d’ingresso di Dorliska “Dove son?...Tutto è vano” con belle sonorità, squillo robusto, buoni gravi, fluidità nel canto d’agilità, sostenuta da un’orchestra misteriosa e vibrante. Il soprano rivela spessore in tutti i registri, gravi corretti, acuti sterminati e possenti, sicura nella coloratura e capace di dolcezza del canto (difficilissima aria “Ferma, costante, immobile”, ricca di coccodè), ha voce vibrante (non col vibrato…attenzione).
Nel ruolo di Torvaldo fa il suo esordio il tenore
russo Dmitry Korchak, che esibisce un bel colore chiaro dal
suono robusto, una buona padronanza della coloratura, ma poca fermezza negli
slanci e uno strano modo di alleggerire (recitativo e cavatina del primo atto “Tutto è silenzio…Fra un istante a te
vicino”), rivela fluidità nel canto d’agilità nell’aria
del secondo atto “Dille,
che solo a lei”, che canta sul forte in modo
irruento. Dovrebbe imparare a modulare la voce.
Raffaella Lupinacci
presta a Carlotta, ancella del duca e sorella di Giorgio, una voce
calda di mezzosoprano, bella in acuto e sicura nell’emissione. Nell’aria “Una voce lusinghiera” i suoni sono densi, ampi in tessitura acuta, ma
chiusi nel registro grave.
Corretto Filippo Fontana (baritono o tenore?) nella parte di Ormondo, capo delle guardie del conte, che ha una lunga
aria “Sopra
quell’albero” verso la fine del primo atto.
Il coro Mezio Agostini del Teatro della Fortuna di Fano, ben preparato
dalla precisa Mirka Rosciani (anche
pianista e direttore d’orchestra), dà il suo prezioso apporto vocale ai
concertati e alle pagine d’insieme e scenico muovendosi nella penombra della
foresta.
L’Orchestra Sinfonica G. Rossini, agilissima nei tempi veloci e
capace di piegarsi alle dinamiche della partitura, è guidata dal preparato giovane
direttore Francesco Lanzillotta.
Teatro Rossini - 12, 15, 18
e 21 agosto, ore 20.00
TORVALDO E DORLISKA
Dramma semiserio di Cesare
Sterbini, musica di Gioachino Rossini
Regia Mario
Martone
Scene Sergio
Tramonti
Costumi Ursula
Patzak
Aiuto regista Daniela
Schiavone
Interpreti
Duca d'Ordow Nicola
Alaimo
Dorliska Salome
Jicia
Torvaldo Dmitry
Korchak
Giorgio Carlo
Lepore
Carlotta Raffaella
Lupinacci
Ormondo Filippo
Fontana
Orchestra Sinfonica
G. Rossini
Direttore Francesco
Lanzillotta
Coro del Teatro
della Fortuna Mezio Agostini
Maestro del Coro Mirca
Rosciani
Produzione 2006
Credito: Studio
Amati Bacciardi
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