PESARO Teatro Rossini
Stagione di prosa 2018-19
Io sono un
istrione ma la
genialità è nata insieme a me
Io sono un istrione ma la teatralità scorre dentro di me
Io sono un istrione ma la teatralità scorre dentro di me
(5 ottobre 2018)
Di Giosetta
Guerra
Quanto ci siamo divertiti col Trio Marchesini-Lopez-Solenghi!
A teatro erano esilaranti con la loro satira sottile, con la
caratterizzante mimica facciale e gestuale, con la creazione di personaggi
sopra le righe, con la tipicizzazione di figure uniche che son diventate icone.
In televisione hanno ironizzato sui più noti personaggi della letteratura
italiana e straniera. E poi c’erano le imitazioni di ogni genere sia parlate
che cantate. Veri portenti.
Ad un certo punto il trio si è sciolto e noi ne abbiamo sentito la
mancanza, anche se abbiamo continuato a seguire i tre artisti separatamente.
Dopo 15 anni i due attori si rimettono insieme e riempiono i teatri.
Lopez-Solenghi show, che dopo Pesaro toccherà le principali città delle Marche, è uno spettacolo senza un plot, apparentemente affidato all’improvvisazione, ma in realtà bizzarramente collegato nei suoi quadri da una parola o da una battuta. Ne sortisce un'esilarante carrellata di personaggi e di situazioni che già conosciamo, ma che si colorano di pungente e ridente ironia nella manipolazione dei due grandi istrioni che hanno nel sangue genialità e teatralità.
I due attori si sono esibiti da soli e in duo in vari personaggi della politica, della
musica, dello spettacolo, della religione con la padronanza scenica e la
travolgente comunicativa che creano empatia e piacevolezza. Peccato che un
volume troppo alto abbia disturbato l’ascolto e fatto perdere qualche battuta,
oltre a far rimbombare la musica, almeno dal palco laterale di second’ordine,
quello riservato alla stampa, da dove anche il palcoscenico era visibile per
metà. Peccato, ma mi è piaciuto lo stesso. (Io proverei senza il microfonino,
vista la buona acustica dei teatri di tradizione).
Tullio
Solenghi ha proposto in stile comico e in varie lingue, forse inventate, “Essere o non essere” da Amleto
di Shakespeare, con la deambulazione e la voce di Pippo Baudo ha cantato "Donna Rosa" ed ha presentato
alcuni personaggi di Lopez, poi ha dato lettura del dizionario per la
spiegazione personalizzata di alcuni vocaboli ed ha fatto l’annuncio in vari
dialetti regionali di un fantomatico comandante di volo. Si è cimentato anche
nel canto con la voce di Paolo Conte e di Giorgio Gaber, azzardando perfino la Cavatina di Figaro da Il
Barbiere di Siviglia di Rossini con voce baritonale comicamente spinta.
Un vero mattatore. Vi lascio
immaginare la risposta del pubblico molto divertito.
Massimo
Lopez, che ha bella voce e buona tecnica, ha cantato varie canzoni di Domenico
Modugno e di Frank Sinatra, ha farfugliato una canzone di Patty Pravo (proprio
come fa lei) e, a proposito di incomprensibilità della parola ha imitato Maurizio
Costanzo e Giurato. Il massimo dell’ilarità si è scatenato quando Lopez spostandosi
da destra a sinistra passava ripetutamente da una voce all’altra dei politici
italiani, da Berlusconi, Conte, Andreotti a Pertini, Di Pietro, Prodi fino al
silenzio totale nell’estrema sinistra dove non c’è più nessuno. Applausi e
risate a non finire.
Insieme hanno parodiato il duo Ornella Vanoni e Gino Paoli, Mughini (Solenghi) intervistato da Costanzo (Lopez), Papa Francesco (Lopez) e Papa Ratzinger (Solenghi), il duetto Frank Sinatra (Lopez) e Dean Martin (Solenghi), hanno fatto una carrellata di imitazioni di animali e suoni e si sono rituffati nelle note frasi di circostanza degli spettacoli del trio, tipo “Non esiste più la mezza stagione”.
Hanno inoltre ricordato Anna
Marchesini con la lettura a due voci di una poesia a lei dedicata.
E in finale “My Way” del mitico
Frank Sinatra, con la calda voce di Lopez, scenicamente e intenzionalmente
disturbato da Solenghi che ballava con la cantante, ma che accendeva la torcia
del suo cellulare affinché anche il pubblico lo facesse per creare un’atmosfera
di grande poesia.
La Jazz Company, diretta dal
maestro Gabriele Comeglio, composta di cinque musicisti
(alle tastiere, basso, batteria, tromba, percussioni/canto), ha accompagnato i
due artisti e si è esibita in un brano autografo.
La scenografia semplice ed elegante aveva
quadrati di luci sul fondale e luci colorate vaganti per il palcoscenico.
Testi di Lopez e Solenghi, produzione IMARTS International Music and Arts.
Nessun commento:
Posta un commento