R.O.F.
2015
Pesaro,
Adriatic Arena
MESSA
DI GLORIA
per
soli, coro e orchestra di Gioachino Rossini
a
cura di Giosetta Guerra
A
ferragosto chi va al mare, chi va al monte, io sono andata alla messa
insieme alla marea di persone che gremiva l'Adriatic Arena di Pesaro
per la solenne Messa di Gloria di Rossini.
Questo
gioiello di musica sacra, che lascia trasparire reminiscenze di altre
opere (Viaggio a Reims e Comte Ory all'inizio,
Aureliano in Palmira nel
terzetto), rivela l'attenzione di Rossini alla costruzione dei
cori e all'eleganza della strumentazione, purtroppo ci è pervenuta
composta solo dal Kyrie per coro e due tenori e del Gloria
per tutte le voci.
Florez brilla in tutti i brani solistici con slanci sempre a fuoco, facilità d'emissione in ogni registro, sovracuti luminosi e sensibili scale cromatiche (dal Gloria: “Gratias agimus tibi”, “Qui tollis peccata mundi” ricco di fiorettature, “Qui sedes a dextram Patris”). Correttissima Jessica Pratt nel “Laudamus te” del Gloria fa sfoggio della sua arte belcantistica con suoni puliti, filati sonori e uso della messa di voce. Bello il timbro del mezzosoprano Viktoria Yavaya, che dovrebbe rinvigorire le note gravi. Bellissimo il colore, notevole l'ampiezza vocale del basso Mirco Palazzi nel melodrammatico “Quoniam tu solus sanctus” del Gloria, introdotto dalla voce solistica del clarinetto e sostenuto dall'intreccio sonoro di coro e orchestra. Ogni brano ha un'introduzione strumentale molto bella e il tutto orchestrale è un vero trionfo. Il Gloria, infatti, richiede un'orchestra squillante ed intensa.
Un
ambiente più raccolto avrebbe giovato alle voci.
Nella
seconda parte si ascoltano due cantate per solisti.
“Il
pianto d’Armonia sulla morte d’Orfeo”,
cantata di Girolamo Ruggia per tenore, coro
e orchestra, si apre con una Sinfonia,
cui segue un coro maschile (“Quale
i campi Rodopei’’),
poi entra Armonia
col recitativo “Sparse
il lacero crine’’
che sfocia nell'aria “Nelle
spietate Furie’’,
poi altro recitativo “Ma
che tu desti già’’
e l’aria con coro “Almo
piacer de’ Numi”. Armonia è
interpretata
da
Juan
Diego Florez,
virtuoso e belcantista d'alto lignaggio, morbido negli attacchi e
nella linea di canto ben calibrata, perfetto nei passaggi da un
registro all'altro, scintillante nei dialoghi con un caldissimo
violoncello che sfuma il suono e lo smorza e con un voluttuoso
clarinetto, deciso nelle impennate acute e negli slanci finali in
sovracuto.
“La morte di Didone”,
cantata
drammatica per soprano e orchestra, è introdotta da una pagina
orchestrale di grande intensità che enfatizza la solennità della
situazione, seguita da un coro dolente che dà il passo alla
disperazione di Didone,
interpretata da Jessica
Pratt.
Il soprano australiano sfoggia la sua arte belcantistica con
delicatezza d'emissione, lunghi filati rinforzati, sensibili scale
cromatiche, superbe arcate che si espandono in acuto, in dialogo con
un bravo corno e altri strumenti solisti e accompagnata da una musica
a volte spumeggiante, che, come spesso accade in Rossini, non sempre
segue gli stati d'animo.
Foto Amati Bacciardi
Nessun commento:
Posta un commento