Fano
(PU) Teatro
della Fortuna
QUANDO LA MOGLIE
È IN VACANZA
commedia
musicale di George Axelrod, traduzione e adattamento di Edoardo Erba
(17
e 18 marzo 2015)
Le tentazioni non mancano e neanche i sensi di colpa
Di
Giosetta Guerra
Quando
la moglie è in vacanza è
una commedia musicale sulle fantasie erotiche dell’uomo medio,
ingabbiato dentro le maglie del perbenismo di una certa “middle
class”,
a cui si presenta inaspettatamente l'occasione di rendere concrete
certe fantasie.
Riccardo,
un
editore
di mezza età regolarmente sposato,
tranquillo come un vulcano spento, vive la
sua banale quotidianità con
la linearità e la piattezza dell'abitudine, ma succede qualcosa che
riaccende il vulcano: la moglie è andata in vacanza e
LUI È SOOOLO!!!
Finalmente si può rilassare.
Nel grande soggiorno studio tappezzato di libri, con una grande finestra balcone su Roma, Riccardo si sente libero di fare quel che vuole senza programmi né costrizioni: una partita in TV, un po' di cronaca, una canzone cantata con la base, una spolveratina ai suoi ricordi (o fantasie?) che si materializzano in una sfilata delle sue presunte conquiste e il vulcano comincia a riscaldarsi, mentre il suo alter ego proiettato su una parete laterale fa la voce della coscienza.
La moglie lo stressa al telefono e un forte rumore lo fa sobbalzare: dal piano superiore una pianta di limone è caduta sul suo balcone e dopo un po' si presenta la proprietaria,
LUI È SOOOLO!!!
Finalmente si può rilassare.
Nel grande soggiorno studio tappezzato di libri, con una grande finestra balcone su Roma, Riccardo si sente libero di fare quel che vuole senza programmi né costrizioni: una partita in TV, un po' di cronaca, una canzone cantata con la base, una spolveratina ai suoi ricordi (o fantasie?) che si materializzano in una sfilata delle sue presunte conquiste e il vulcano comincia a riscaldarsi, mentre il suo alter ego proiettato su una parete laterale fa la voce della coscienza.
La moglie lo stressa al telefono e un forte rumore lo fa sobbalzare: dal piano superiore una pianta di limone è caduta sul suo balcone e dopo un po' si presenta la proprietaria,
una bella bionda coscia lunga con gli shorts, sciolta nelle parole e negli atteggiamenti, che crea vari qui pro quo nella mente di Riccardo, pericolosamente in bilico tra l'esplosione del vulcano e la voce della coscienza.
Massimo
Ghini,
che ha di natura un volto teatrale, per la mobilità espressiva degli
occhi e della bocca, l'aria un po' spaesata (mi viene in mente la
canzone su Genova di Paolo Conte ”con
quella faccia un po' così, quell'espressione un po' così, …
che ben sicuri mai non siamo e circospetti ci muoviamo, un po'
randagi ci sentiamo...),
incarna a meraviglia i cambiamenti d'umore di Riccardo, la lotta
tra il desiderio e il dovere, gli scontri con la sua coscienza che lo
stressa coi sensi di colpa, l'estasi voluttuosa davanti alla bellezza
femminile. È
una satira ai dogmi del perbenismo bigotto e standardizzato che non
tiene conto del bene personale ma di quello degli altri, che
santifica la verità e la sincerità a tutti i costi e che non
permette nessuna espansione reale alle nostre fantasie.
Attore
completo e versatile, Ghini
ha una grande padronanza scenica, vive la situazione non la recita,
riesce a trasmettere l'insicurezza di chi si trova in situazioni
incresciose combattuto tra il volere e il dovere, il ritmo è serrato
e leggero, la naturalezza del gesto e della parola danno una
dimensione reale alla vicenda, è un bell'uomo, in più canta e canta
bene, sul fiato, con bel timbro scuro, giusta intonazione e voce
impostata, in grado di modulare e ammorbidire i suoni; un artista
perfetto per un revival della commedia musicale portata in scena a
suo tempo dal grande Johnny Dorelli. Bravissimo!
Lo affianca Elena Santarelli, una bellissima ragazza, altissima e ben fatta, con un abbigliamento ridotto (prima con gli shorts poi con un abitino nero corto) che mette in evidenza le sue grazie, per il piacere e il turbamento dell'indeciso Riccardo, che si agita, accende una sigaretta, beve un sorso di ruhm, duetta con lei al pianoforte.
Lo affianca Elena Santarelli, una bellissima ragazza, altissima e ben fatta, con un abbigliamento ridotto (prima con gli shorts poi con un abitino nero corto) che mette in evidenza le sue grazie, per il piacere e il turbamento dell'indeciso Riccardo, che si agita, accende una sigaretta, beve un sorso di ruhm, duetta con lei al pianoforte.
Lei è svampita, cinica,
sciolta e disinibita, ma garbata, ingenua e rispettosa, recita e si muove
benissimo.
Le
musiche e le canzoni sono di Renato
Zero.
In
scena con i protagonisti altri bravissimi attori, in grado di dare
credibilità al loro ruolo: Edoardo
Sala è
il prof Brusaioli, figura tipica dello strizzacervelli, sicuro e
determinato soprattutto per il suo tornaconto, Anna
Vinci
è la moglie Silvia serena, moderna e mondana al punto giusto, Luca
Scapparone è
Tommy Maccaferry, un affascinante scrittore sicuro di sé e
narcisista, eccessivo e gesticolante che si sente sempre sotto le
luci della ribalta, Bianca
Giannasso è
una segretaria compunta e puntuta ma col fuoco nascosto, Giorgia
Cerruti è
un fior di ragazzona francese con striminziti hot pants, Katia
Nannavecchia con
abito blu a schiena scoperta e petto in fuori è una provocante
Liliana.
Tutte
ben caratterizzate e ben carrozzate avanti e retro queste amanti
presunte, immaginate, agognate, immaginarie o vere, reali, tangibili
del protagonista...chissà?
Le
scene belle e luminose sono di Aldo
Buti,
il disegno luci di Adriano
Pisi,
i costumi appropriati di Ornella
Campale.
Fantastica e arguta l'impostazione registica di
Alessandro d’Alatri,
che fa convivere, seppur distinti, immaginario e realtà: fa svolgere l'azione on stage con attori e scene colorate e proietta in bianco e nero sul velatino o sulle pareti laterali le insicurezze, le smanie, le confessioni, le fantasie, le paure, le gelosie, i ricordi dei personaggi (come si fa nelle soap opera). C'è anche una passeggiata in moto di loro due per Roma che ci ricorda “Vacanze romane”, che Ghini ha interpretato tempo fa. Talvolta le fantasie si materializzano e l'immaginario si concretizza nelle persone che agiscono in scena, è difficile spiegare, bisogna vedere, perché l'alternarsi e il concatenarsi di reale e di immaginario non seguono sempre gli stessi schemi.
Alessandro d’Alatri,
che fa convivere, seppur distinti, immaginario e realtà: fa svolgere l'azione on stage con attori e scene colorate e proietta in bianco e nero sul velatino o sulle pareti laterali le insicurezze, le smanie, le confessioni, le fantasie, le paure, le gelosie, i ricordi dei personaggi (come si fa nelle soap opera). C'è anche una passeggiata in moto di loro due per Roma che ci ricorda “Vacanze romane”, che Ghini ha interpretato tempo fa. Talvolta le fantasie si materializzano e l'immaginario si concretizza nelle persone che agiscono in scena, è difficile spiegare, bisogna vedere, perché l'alternarsi e il concatenarsi di reale e di immaginario non seguono sempre gli stessi schemi.
Lo
spettacolo, divertente, fatto molto bene e assolutamente da vedere, è
una produzione La
Pirandelliana.
Massimo Ghini e Giosetta Guerra
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