5 novembre 2017
Analisi
di Giosetta Guerra
Marta
Torbidoni, soprano marchigiano applaudito in vari teatri del mondo, è
stata protagonista di un magnifico recital in ricordo della giovane modella e
scrittrice senigalliese Alexandra Maich, prematuramente scomparsa l’anno
scorso.
Davanti a un folto pubblico che gremiva l’Auditorium San
Rocco di Senigallia, domenica 5 novembre 2017, il soprano ha fatto sfoggio di
un mezzo vocale possente e robusto in grado di alleggerirsi, suoni pieni e
rotondi in tutta la gamma nell’aria “Sì,
mi chiamano Mimì” da La Bohème di Puccini; di voce
estesissima con suoni densi e morbidi in zona media e grave e una bella scala
discendente nell’aria “Tu del mio Carlo
al seno” da I Masnadieri di Verdi, e voce fortissima per la cabaletta “Carlo vive” cantata prevalentemente di
forza; il soprano ha attaccato forte l’aria di Liù “Tu che di gel sei cinta” dalla Turandot di Puccini, perché ha una
valanga di voce che usa con generosità e talvolta ammorbidisce.
Più delicata nell’aria “O mio babbino caro” da Gianni Schicchi di Puccini, dove il soprano ha fatto uso della messa di voce e di suggestivi filati; voce sempre robusta ma carezzevole
Suo partner di scena il giovane tenore Giovanni Maria Palmia, che canta di fibra anche quando qualche frase andrebbe alleggerita (“La donna è mobile” da Rigoletto di Verdi), ha voce robusta con qualche imprecisione nell’emissione, tenuta del suono nei finali per l’aria “Di ladroni attorniato” da I Masnadieri di Verdi; bello il colore vocale nell’aria “Ah la paterna mano” da I Masnadieri di Verdi, con generosità del suono emesso di forza e scarso uso della maschera; un canto in maschera e sfumato sarebbe necessario per l’aria di Cavaradossi “E lucevan le stelle” da Tosca di Puccini, per esprimere il dolore lancinante del pittore e la struggente nostalgia dei dolci baci, non la sua rabbia che esce da un canto urlato.
da I Masnadieri di Verdi, troppo
gridato da entrambi; “Un dì felice eterea”
da La
Traviata di Verdi con duttilità vocale del soprano e fluidità della sua
linea di canto, mentre quella del tenore andrebbe raffinata; attacco e finale
morbidi di entrambi nel duetto “Parigi, o
cara” da La Traviata di Verdi, cantata a piena voce.
Al pianoforte la giovane Silvia Ercolani, esperta accompagnatrice di cantanti.
La manifestazione è la prima di una serie di incontri che
la neo nata Associazione culturale Alexandra Maich, fondata da Eleonora
Carbonari, ha intenzione di organizzare investendo vari campi della cultura.
Iniziativa lodevole e buona risposta del
pubblico.
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