Pesaro,
Rocca Costanza
Uomini
in frac,
omaggio a Domenico Modugno
(29
giugno 2015)
Il
padre della canzone italiana non ha certo bisogno di presentazioni.
Le sue opere sono la colonna sonora dell'Italia del Novecento e
rendergli omaggio è un obbligo per chi si ritiene musicista; se poi
l'omaggio viene fatto da personaggi di livello del mondo del Jazz,
capaci di reinterpretarlo con gusto, raffinatezza, padronanza e
conoscenza, senza essere per niente intimoriti dal confronto con il
grande "Mimmo", quello che si ottiene è una formula
vincente e di successo, capace di prendere per mano il pubblico e
portarlo in un mondo di suoni, dove momenti al limite del free
jazz si fondono e risolvono nelle note melodie dell'artista di
Polignano, che da un secolo sono parte integrante del reticolo
sociale italiano.
Questo
è lo spettacolo proposto dagli "Uomini in frac"
il 29 giugno scorso alla Rocca Costanza di Pesaro all'interno della
rassegna musicale denominata "Rocca
Costanza Scena Aperta", gruppo composto da Peppe
Servillo (voce), Javier Girotto (sax), Fabrizio Bosso
(tromba), Furio di Castri (contrabbasso), Rita Marcotulli
(pianoforte) e Mattia Barbieri (batteria).
Lo
spettacolo inizia con "Selene" in forma strumentale
senza Servillo il quale entra in scena solo al secondo brano
"Tu si 'na cosa grande".
Dopo
le presentazioni d'obbligo "l'orchestra degli uomini in
frac" entra nel vivo del concerto proponendo "Notte
di luna calante" con intro solo di Girotto
al sax baritono e Bosso alla tromba.
Bellissima
la versione dell' "Uomo in frac" con la Marcotulli
che gioca armonizzando sotto la voce di Servillo, apprezzabile
l'assolo di Barbieri per introdurre "Lazzarella".
Il
concerto continua con "Resta cu' mme" dove Servillo
spiega la storia del tentativo di censura della frase
"nun m'emporta e chi t'ha
avuto", con "Volare"
dove d'obbligo il pubblico fa sentire la sua voce intonando il
ritornello italiano più famoso al mondo e "Lu pisce spada"
dove Girotto passa al timpano e Servillo canta in
siciliano.
Il
concerto si chiude, tra applausi e standing ovation, con il bis della
canzone popolare abruzzese "Amara terra mia".
Andrea
Gamurrini
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