Concerto lirico dell’Associazione Mario
del Monaco
(19 dicembre 2012)
Di Giosetta Guerra
In un edificio della
periferia di Modena, in un ambiente lontano dall’essere una sala da concerto ma
comunque accogliente e piena di gente, si è svolto il 19 dicembre 2012 un
pregevole concerto vocale, organizzato dall’Associazione Lirica Mario Del
Monaco di Modena in collaborazione col Centro sociale anziani e orti Buon
Pastore.
Un concerto prevalentemente
verdiano per quattro voci maschili (due baritoni, un basso e un tenore), visto
che il soprano Jessica Nuccio, moglie di Piazzola, non ha potuto cantare a
causa di disturbi dovuti alla sua gravidanza.
In grande forma il ventiseienne baritono Simone Piazzola ha sfoggiato un mezzo vocale ampissimo, una linea di canto morbidissima, un fraseggio variegato fino al canto a fior di labbro, fiati lunghissimi e sostenuti (La Traviata: Mio figlio…Di Provenza), suoni ben appoggiati, passaggi in maschera, interpretazione pregnante (Don Carlo: Per me giunto è il dì supremo…io morrò), pulizia e sicurezza del suono nella tessitura acuta (Donizetti, Lucia di Lammermoor : Cruda funesta smania). Un grande artista con un miracolo di voce!
In grande forma il ventiseienne baritono Simone Piazzola ha sfoggiato un mezzo vocale ampissimo, una linea di canto morbidissima, un fraseggio variegato fino al canto a fior di labbro, fiati lunghissimi e sostenuti (La Traviata: Mio figlio…Di Provenza), suoni ben appoggiati, passaggi in maschera, interpretazione pregnante (Don Carlo: Per me giunto è il dì supremo…io morrò), pulizia e sicurezza del suono nella tessitura acuta (Donizetti, Lucia di Lammermoor : Cruda funesta smania). Un grande artista con un miracolo di voce!
Un basso coi fiocchi è Francesco Ellero D’Artegna, che ha
recentemente festeggiato i suoi “Trent’anni d’Arena”. Colore vocale
straordinariamente accattivante, fermezza e rotondità del suono, gravi poderosi,
emissione morbida per Il lacerato spirito da Simon Boccanegra
(favoloso); una valanga di voce, estesissima e vibrante di calore è emersa nell’aria
O tu Palermo da I vespri siciliani ; voce
importante e possente con imponenti progressioni verso la tessitura acuta per l’aria
di Filippo II Ella giammai m’amò da Don Carlo, quasi una sommessa confessione a se stesso carica di tristezza e di rassegnazione, che richiederebbe
un canto sfumato nelle frasi più laceranti; corpo vocale enorme e di gran peso
per La Calunnia da Il
Barbiere di Siviglia di Rossini, che andrebbe corredata di espressioni del viso e degli occhi più che di movimenti
del corpo.
Bel timbro scuro e corposo
quello del baritono Donato Di Gioia,
che possiede anche estensione vocale e bellissimo modo di porgere (Donizetti, Don
Pasquale: Bella siccome un angelo),
ottima cantabilità e sostegno del fiato (Bellini, I Puritani: Ah, per sempre io ti perdei); artista
versatile sia sul piano vocale che su quello attoriale, ha fornito un’ottima
interpretazione del monologo di Ford È
sogno o realtà da Falstaff di Giuseppe Verdi.
Poi i duetti: Oh Mimì tu più non torni da Bohème
di Puccini col bel timbro del Varano
e la morbidezza del canto del Piazzola,
l’intenso duetto Rodrigo – Filippo Restate
da Don
Carlo, con due titani a confronto, Piazzola
e Ellero D’Artegna, voci
estesissime e timbratissime usate in modo eccellente, canto sempre sul fiato
che arriva al cuore.