Foto: José Carreras - Sabina Puértolas - El Porvenir.- copyright.
Ramón Jacques
Nonostante il ritiro di José Carreras dal circuito operistico internazionale, non è possibile dimenticare il grande apporto del tenore, attraverso una prolifica carriera, al mondo della lirica, dove è leggenda vivente del canto. Ed è questa la ragione per cui la sua presenza continua ad attrarre tanto pubblico ai suoi concerti, com’è successo al Auditorio Nacional di Città del Messico. Per questo concerto è stato scelto un gradevole programma, senza richiedere un eccessivo impegno vocale, iniziato con quattro canzoni di autori italiani, molto conformi al gusto e al temperamento di Carreras: L’ultima canzone di Francesco Tosti, Pecchè di Francesco Pennino, Silenzio Cantatore di Gaetano Lama e Passione di Nicola Valente. Il programma continuava con un brano più prossimo allo spirito del tenore come la romanza catalana Rosó da Pel teu amor di Josep Ribas. In tutti i pezzi l’artista ha sfoderato bella dizione, ardore ed emozione, col suo inconfondibile timbro vocale. Il ciclo seguente comprendeva affascinanti brani in spagnolo come Lejana tierra mía e El día que me quieras di Carlos Gardel, addentrandosi successivamente nella zarzuela con la jota Ya mis horas felices da La del Soto del Parral di Soutullo y Vert e suggellando la serata colla sua celebre e infiammata interpretazione di Granada di Lara, scatenando a quel punto una tumultuosa ovazione.
Notevole il soprano navarrese Sabina Puértolas, che ha sfoggiato una linea vocale corretta, un timbro chiaro e cristallino, fornita delle agilità richieste dall’aria Je veux vivre dall’opera Romeo e Giulietta di Gounod, con espressività in Les filles du Cadix di Delibes, una grazia speciale in Carceleras da Las hijas del Zebedeo di Chapí, malizia in Me llaman la primorosa dal Barbero de Sevilla di Giménez y Nieto. A fianco di Carreras il soprano ha cantato assai gradevolmente il Dúo e la Jota dal Dúo de la africana di Manuel Fernández Caballero.
La Orquesta Pro Arte ha creato una bella cornice musicale durante la serata sotto l’esaltata ma sicura bacchetta di Enrique Ricci, con l’esecuzione sinfonica della Suite 2 de L’Arlesianne di Bizet, l’Intermezzo da Pagliacci e l’intermezzo da La Boda de Luis Alonso. Davanti all’entusiasmo del pubblico sono stati offerti cinque bis, tra cui O mio babbino caro, Core ’ngrato e il brindisi da La Traviata di Verdi.
Notevole il soprano navarrese Sabina Puértolas, che ha sfoggiato una linea vocale corretta, un timbro chiaro e cristallino, fornita delle agilità richieste dall’aria Je veux vivre dall’opera Romeo e Giulietta di Gounod, con espressività in Les filles du Cadix di Delibes, una grazia speciale in Carceleras da Las hijas del Zebedeo di Chapí, malizia in Me llaman la primorosa dal Barbero de Sevilla di Giménez y Nieto. A fianco di Carreras il soprano ha cantato assai gradevolmente il Dúo e la Jota dal Dúo de la africana di Manuel Fernández Caballero.
La Orquesta Pro Arte ha creato una bella cornice musicale durante la serata sotto l’esaltata ma sicura bacchetta di Enrique Ricci, con l’esecuzione sinfonica della Suite 2 de L’Arlesianne di Bizet, l’Intermezzo da Pagliacci e l’intermezzo da La Boda de Luis Alonso. Davanti all’entusiasmo del pubblico sono stati offerti cinque bis, tra cui O mio babbino caro, Core ’ngrato e il brindisi da La Traviata di Verdi.
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