domenica 10 giugno 2012

Fano (PU) Teatro della Fortuna

Concerto lirico sinfonico con musiche giovanili 

di Giacomo Puccini.

(mercoledì 6 giugno 2012)

Servizio di Giosetta Guerra
 Nella prima parte del concerto per coro e orchestra il M° Marcello Rota ha voluto presentare due bellissime composizioni giovanili di Puccini di rara esecuzione: Crisantemi elegia per orchestra d’archi, Andante mesto e Preludio sinfonico in la maggiore per orchestra, op. 1, Andante mosso.
Puccini compose Crisantemi per quartetto d’archi, tra gennaio e febbraio del 1890, in una sola notte di lavoro, alla notizia della morte di Amedeo di Savoia, duca d’Aosta e riutilizzò i due temi del quartetto nell’ultimo atto di Manon Lescaut. La sezione archi dell’Orchestra Sinfonica G. Rossini diretta dal M° Rota esegue questo andante mesto con grande sensibilità. Denso e struggente il suono dei violini,  bellissimo nella tessitura acuta, intenso quello degli archi dalla voce più scura.
 Il Preludio sinfonico in la maggiore fu composto ed eseguito nel luglio 1882 per l'esame finale dell'anno accademico presso il Conservatorio di Milano. È un andante mosso con echi wagneriani, che alterna momenti impetuosi a momenti distesi, il tono cupo si addolcisce nel finale che si chiude con due pizzicati degli archi.




Nella seconda parte si è eseguita la Messa per orchestra e coro a quattro voci, con tenore e baritono solisti, composta nel 1880 (il Credo era già stato composto ed eseguito nel 1878 e inizialmente concepito come una composizione autonoma) come esercizio per il diploma all'Istituto Musicale di Lucca il 12 luglio 1880, oggi conosciuta con il nome di Messa di Gloria. Puccini ne riusò alcuni temi in altri lavori, come ad esempio l'Agnus Dei nella Manon Lescaut e il Kyrie nell’Edgar.
È  un episodio isolato per Puccini, che non comporrà più musica sacra.
Opera corale per coro e orchestra con pochissimi interventi delle voci soliste in assolo e in duetto, resta comunque un punto importante nella sua produzione, perché già emerge la personalità rigorosa del ventiduenne compositore  per la padronanza tecnica e l’equilibrio delle parti..


L’espressività musicale, il ritmo incisivo, il clima di mistero, l’austera gioia, presenti nella partitura, vengono comunicati attraverso le voci del bravo Coro del Teatro della Fortuna “M. Agostini” preparato e diretto dal M° Lorenzo Bizzarri, e attraverso la sensibile lettura del M°  Marcello Rota, alla guida dell’Orchestra Sinfonica G. Rossini, formata da eccellenti musicisti attenti  esecutori ed interpreti della partitura.
Andrea Bocelli, in veste di tenore, esibisce una vocalità leggera e musicale, esegue con facilità il Gratias agimus tibi, pagina che privilegia il registro centrale con appoggi gravi e qualche slancio acuto, chiude il brano Et incarnatus est con una bella messa di voce e suoni sostenuti. Bocelli ha una tenuta del fiato strepitosa (fedele all’etimologia del nome "tenore" che deriva dal verbo latino "teneo", che significa "mantenere, far durare"), una buona impostazione e luminosità di timbro nella tessitura acuta, ma i suoni del registro centrale avrebbero un timbro e una proiezione migliori se fossero portati nella maschera.
Una curiosità: Bocelli ha cantato sotto voce tutte le parti del coro.
Quando inizia a cantare il baritono Gianfranco Montresor si apre un’altra dimensione sonora, la vocalità di bel colore scuro è ricca, possente, duttile, l’impostazione e la proiezione del suono sono  perfette in ogni registro, il Benedictus qui venit è eseguito con vigore e morbidezza vocale.
Bello l’Agnus dei eseguito insieme dai due cantanti, che lo hanno poi riproposto come bis, dopo il duetto “Au fond du temple sainte” da Les pecheurs de perles di Bizet, cantato come primo bis.
Grazie a Bocelli ho visto in teatro, esaurito in ogni parte, persone estranee al mondo dell’opera, e questa è un’operazione culturale di grande rispetto, poi chi s’è lamentato di aver speso 150 euro per averlo ascoltato solo pochi minuti si vede che conosceva lui ma non la Messa di Gloria.
Informatevi gente…

 
Notizia fresca fresca: Sembra che la Fondazione del teatro voglia organizzare dal prossimo anno un Fortuna Fano Festival, buona l’iniziativa, ma speriamo cambi nome, altrimenti un F.O.F. farebbe solo ridere e farebbe pensare ad una sigla dei fumetti. R.O.F, B.O.F., S.O.F. bastano e avanzano, ha fatto bene il nuovo direttore artistico Francesco Micheli a cambiare nome alla stagione lirica di Macerata, lasciamo a Pesaro il privilegio della sua sigla che ha inventato per primo e che fra l’altro suona anche bene.

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