Roma Teatro dell’OperaCandideoperetta filosofica e brillante tratta dal racconto di
Voltaire, musicata da
Leonard Bernstein, testi di Richard Wilbur, Stephen Sondheim, John LaTouche, Dorothy Parker, Lillian Hellman e Leonard Bernstein.
Produzione 2007 del San Carlo di Napoli
(18 gennaio 2012, prima)
di Giosetta GuerraErotismo e vivacità in un’esplosione di luci e coloriIl fantasioso regista Lorenzo Mariani risolve la difficoltà di ricreare le numerose e diversissime ambientazioni, mostrando sullo schermo i luoghi delle peripezie di Candide attraverso quattro continenti, pertanto fa svolgere la storia in uno studio televisivo anni ’50, dove proietta anche i quadri di Larry Rivers. Le scene e i costumi, coloratissimi, fantasiosi, scintillanti sono rispettivamente di Nicola Rubertelli e di Giusi Giustino. Bellissimo il fluttuare delle immagini sul fondale (idea ed elaborazione di Luca Attilii e Fabio Massimo Iaquone), Appropriate le luci di Franco A. Ferrari e le coreografie di Seàn Curran.
La musica brillante che non disdegna il tango argentino e il valzer straussiano, il ritmo scandito anche dalle percussioni e dal rullante, le ballerine con piume e succinti costumi da cabaret, gli ammiccamenti erotici, lo sfarzo dei colori, il fantasmagorico sfavillio delle luci, la predominanza del canto d’insieme, la scrittura vocale basata sulla tessitura centrale ci riportano in mente il musical di Brodway.
Pertanto, se i quartetti e i quintetti sono gioiosi e vivaci e il coro riempie il teatro di magnifiche sonorità, le voci soliste non hanno troppo risalto e in un teatro grande come quello di Roma si perdono un po’.
Inoltre l’intricato labirinto dei temi sociali e musicali rendono l’opera slegata e difficile da seguire.Candide ha la voce del baritenore Michael Spyres, che cantando sul fiato gestisce bene in tutti i registri un corpo vocale consistente con suoni sostenuti, ma alleggeriti nelle pagine melodiche.
Jessica Pratt è una biondissima Cunegonde (con abiti ora bamboleggianti ora da femme fatale in pose osées), il soprano affronta con voce luminosa, duttile e agile virtuosistici passaggi di coloratura e acuti stratosferici, ma il suono si espande poco nei registri medio e basso. Non ritengo adatto alla sua magnifica voce un ruolo che si sviluppa prevalentemente nei registri di centro.
Bravo interprete con bella gettata di voce è il baritono Bruno Taddia (Maximilian, Captain e Tsar Ivan),
buono il volume del baritono Derek Welton (Pangloss, Martin, Cacambo), consistenti i suoni del mezzosoprano Jane Henschel (The Old Lady), buoni gli acuti del tenore John Graham Hall (Governor, Vanderdendur, Ragotski), corretta Elena Rossi (Paquette).
Le voci dei numerosi comprimari sono da musical.
Inquisitor I, Charles Edward Gregory Bonfatti tenore
Inquisitor II, Croupier, Armando Gabba baritono
Inquisitor III, King Stanislaus, Filippo Botteschi basso
Sultan Achmet, Crook, Thomas Morris tenore
Hermann Augustus, Antonio Barbagallo baritono
Grand Inquisitor, Alessandro Matera
Cosmetic Merchant, Andrea La Rosa tenore
Doctor, Daniele Massimini baritono
Bear-keeper, Antonio Taschini basso
Alchemist, Francesco Giannelli tenore
Junkman, Fabio Tinalli baritono
Senor I, Giordano Massaro tenore
Senor II, Andrea Buratti tenore
Lo splendido Coro del Teatro dell'Opera di Roma diretto da Roberto Gabbiani contribuisce a vivacizzare le scene con la sua costante presenza, con camicie bianche rosse e blu come la bandiera francese, con una straordinaria bellezza e pienezza del suono. Bravo!
Il versatile Wayne Marshall dirige l’Orchestra del Teatro dell’Opera, trasmettendo fin dall’Ouverture il dinamismo della partitura e cangiando la tinta col cangiar degli ambienti e degli strani avvenimenti.
Piuttosto monotona Adriana Asti che, seduta sul proscenio, impersona Voltaire ed è la voce narrante che sostituisce i dialoghi.
Foto Luciano Romano, M. C. Falsin
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